2009 in rosso per le piccole imprese modenesi del commercio e dei servizi. Rispetto all’anno precedente il calo medio dei ricavi arriva all’11,6% che si va ad aggiungere a quello del 10% già subito nel corso del 2008 rispetto al 2007. Numeri pesanti che confermano un trend negativo che, da oltre due anni, colpisce un numero sempre più rilevante di imprese. Pur in un contesto che continua ad essere decisamente preoccupante, risultano invece meno negativi, i dati sull’andamento dell’occupazione. Grazie infatti al progressivo aumento, soprattutto dopo l’estate, del ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga e, in diversi casi a una riduzione dell’orario di lavoro dei collaboratori, i numeri appaiono meno severi e la contrazione si ferma all’1,6 per cento.

Sono le principali indicazioni che emergono dall’indagine che periodicamente realizza l’Osservatorio provinciale di Confesercenti Modena. Oltre Mille le imprese passate al setaccio: un campione composto da aziende del piccolo commercio alimentare (11% del totale), pubblici esercizi (27%), minuto extralimentare (30%), servizi di intermediazione (19%), ingrosso (10%) e servizi alla persona (3%).

“I segnali sono preoccupanti, ma credo vada sottolineato che stiamo assistendo al tentativo da parte delle imprese di salvaguardare il più possibile il capitale umano, fondamentale soprattutto nelle piccole e medie imprese del commercio e dei servizi. Alla luce delle poco rassicuranti prospettive che non fanno prevedere una ripresa significativa della produzione e dei consumi e visti i tangibili e positivi risultati ottenuti attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga è fondamentale prevederne il rifinanziamento sia per il 2010 che per il 2011. Si tratta di una scelta che in molti casi può essere vitale per la sopravvivenza di diverse piccole aziende e che può consentire ad assicurare la continuità del lavoro a migliaia di lavoratori” sottolinea il direttore generale di Confesercenti Modena Tamara Bertoni.

ANDAMENTO RICAVI

Osservando l’andamento dei ricavi su base trimestrale, pur permanendo sempre una situazione sfavorevole, emergono alcune variazioni. Nel primo trimestre 2009 il fatturato era in calo dell’11,6%: sintomo dell’impatto che ha avuto sui consumi la forte battuta d’arresto dell’economia nell’ultimo trimestre 2008. Leggermente inferiore invece il calo registrato nel secondo trimestre, che si è attestato sull’8,6%. Il contesto si è poi di nuovo aggravato nel periodo luglio-settembre con un -10,3%, per poi chiudersi pesantemente nell’ultimo trimestre facendo registrare un picco del -11,6% nonostante la sostanziale tenuta nel periodo natalizio.

COME VANNO I SINGOLI SETTORI

Ad essere più colpiti sono settori i servizi di intermediazione con un -27,0% e l’ingrosso –15,2%. Si tratta di dati che se da un lato confermano il calo dei consumi, dall’altro indica come le filiere distributive si stanno progressivamente modificando. Anche i negozi di prodotti extralimentari registrano un consistente arretramento, con un complessivo -10,5%. Il più penalizzato rimane comunque il settore dell’abbigliamento – calzature, mentre appaiono un meno in difficoltà i pubblici esercizi e i negozi alimentari: rispettivamente al -4,4% e – 4,9%

Il quadro complessivo continua quindi ad essere molto preoccupante e ancora una volta si conferma che anche le piccole imprese del commercio e dei servizi sono in seria difficoltà.

“Se certamente la tutela del patrimonio delle professionalità presenti in azienda rappresenta una priorità, è però altrettanto importante sostenere il mondo della piccola impresa attraverso altre azioni. Riteniamo, in particolare, sia importantissimo mettere in campo azioni e comportamenti che siano in grado di sostenere la competitività e l’innovazione prima di tutto attraverso specifiche leggi regionali oltre che mediante le risorse aggiuntive messe a disposizione dagli enti locali”.

“Infine, il contrasto della crisi deve passare anche attraverso il superamento della persistente criticità nel rapporto tra banche e imprese: gli istituti di credito, come hanno saputo fare in passato, devono tornare a svolgere, in modo più convinto, un ruolo attivo nel sostenere le aziende, in particolare quelle che hanno investito in innovazione e che si trovano oggi in una condizione di calo di fatturato e conseguente forte aumento dell’incidenza degli oneri finanziari.” conclude Tamara Bertoni.