A poco più di un anno dall’introduzione del vaccino contro il papillomavirus umano (Hpv), responsabile del tumore al collo dell’utero, hanno completato il ciclo di immunizzazione (tre dosi) solo tre ragazze su dieci, con risultati ”a macchia di leopardo” nelle diverse regioni italiane. E’ il dato presentato dall’Osservatorio nazionale sulla salute della Donna (Onda) in occasione della settimana europea della prevenzione del cancro alla cervice, che si riferisce al periodo che va da gennaio 2008, mese in cui è iniziata la campagna vaccinale gratuita per le dodicenni, fino a giugno 2009.
Ma la tendenza, come ha riferito Antonio Tomassini, presidente della commissione Sanità del Senato, ”e’ positiva, perche’ il dato reale ad oggi si aggira attorno al 60% della copertura”. Una partenza ”non deludente, ma anzi di cui essere moderatamente soddisfatti”, se si considera anche il fatto che alcune regioni hanno dato il via alla campagna solo alla fine del 2008.
Di sicuro andranno fatti ”interventi mirati” aggiunge Tomassini, per quelle regioni che sono molto lontane dalla quota del 95% in cinque anni prevista dall’Istituto Superiore di Sanità. Se molte regioni, non solo al Nord (come Toscana, Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna) ma anche al Sud, come il Molise, hanno raggiunto medie attorno al 60%, altre, a partire dalla Puglia, non superano il 20% di copertura.
E nel tempo, ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, ”andrà valutata anche la possibilità di allargare la coorte di donne interessate”. Insieme ad Onda, il ministero dell’Istruzione ha promosso il progetto ‘Pensa oggi alla salute di domani’: un volantino informativo, distribuito attraverso gli uffici scolastici regionali, e diretto alle maturande del 2010 per chiarire l’importanza non solo della prevenzione attraverso il vaccino, ma anche con gli screening come il Pap test.