Non usa mezzi termini Fabio Filippi, Vicepresidente del Gruppo Assembleare Pdl, nell’interrogazione presentata oggi alla Giunta Regionale, sul rifiuto di alcuni presidi di osservare il minuto di silenzio per ricordare i sei parà uccisi a Kabul.
“Come dico sempre – dichiara Filippi – i morti non hanno colore politico. Militari, la cui vita è stata spezzata da terroristi talebani che affermano con la violenza il loro potere, un potere che contrasta la diffusione, tra la popolazione, della consapevolezza e del diritto di libertà e democrazia. Ragazzi che servono la Patria, alla quale hanno giurato fedeltà. Il loro non è soltanto un lavoro, che hanno scelto liberamente, ma un dovere, quello di portare avanti gli impegni dell’Italia. Il fatto che alcune persone non condividano questi impegni, non può svilire il ruolo dei nostri militari; come è inammissibile che l’indossare una divisa sia motivo di discriminazione. La decisione presa da alcuni presidi e insegnanti di non osservare il minuto di silenzio, che la circolare governativa prevedeva, è un problema di natura istituzionale, in quanto è palese il non rispetto della legge. Ma, cosa altrettanto grave è la deficienza etica e sociale, ignorandoli, viene svilita l’importanza della vita umana e la tragicità di certi eventi. Siamo di fronte – continua Filippi – ad una mera strumentalizzazione politica che cerca di sminuire il ruolo dei nostri soldati, persone che mettono al servizio della Patria la loro vita. Tutte le istituzioni devono essere grate ai nostri militari e dare pubblico riconoscimento al valore di chi è impegnato in queste missioni, ed in particolare di chi vi ha perso la vita”.
Nell’interrogazione Filippi chiede alla Giunta: Quanti e quali siano stati gli istituti scolastici, in particolare nella provincia di Reggio Emilia, che non hanno osservato il minuto di silenzio; se non ritenga opportuno intervenire affinché di fronte ad episodi del genere, si rispettino almeno i Caduti.
“Una strumentalizzazione politica – conclude Filippi – che svilisce il valore della vita ed è irrispettosa nei confronti dei martiri e delle loro famiglie, costituendo un pessimo esempio per i giovani studenti, anche in considerazione del fatto che viviamo in un momento in cui, anche nell’ambiente scolastico, sempre più frequentemente si verificano episodi di violenza”.