Dopo la prima riunione del 29 luglio, la Provincia riconvochi il tavolo anti-crisi per definire azioni concrete a sostegno dei lavoratori e delle imprese. Lo chiede il segretario provinciale della Cisl, Francesco Falcone, che esorta le istituzioni e le parti sociali a passare dalle analisi alle decisioni e affrontare i problemi in maniera pragmatica.«La prima cosa da fare è utilizzare proficuamente tutti gli ammortizzatori sociali disponibili per salvaguardare l’occupazione, sostenere il reddito dei lavoratori e favorire la liquidità delle imprese affinché l’autunno non si trasformi in quel “bagno di sangue” che molti paventano – dice Falcone – Non dobbiamo farci illusioni: la crisi sarà ancora lunga e le sue conseguenze saranno pesanti sull’occupazione. Perciò dobbiamo difendere a ogni costo la coesione sociale e la tenuta complessiva del nostro territorio. Per farlo occorre completare le infrastrutture pubbliche programmate da tempo e accelerare gli investimenti pubblici e privati in grado di stimolare l’economia locale. I privati devono patrimonializzare le proprie aziende e le banche devono dare supporto adeguato senza avidità, ma con responsabilità».
Tuttavia per il segretario Cisl occorre anche cominciare a individuare ulteriori traiettorie di sviluppo. Falcone immagina un’economia che guardi più all’utilità sociale e meno al superfluo e lancia l’idea di creare a Modena un distretto per le energie alternative. «Dove sta scritto che dobbiamo essere solo grandi consumatori di energia e non anche produttori? – chiede il segretario Cisl – Con il sostegno diretto di Hera, Modena potrebbe specializzarsi nella produzione di energia ricavata dal sole e dai rifiuti, con risparmi sulle bollette energetiche di famiglie e imprese e possibili nuovi business. Inoltre dobbiamo far partire subito i poli tecnologici perché i cali di produzione imposti dalla crisi ci danno più tempo per fare ricerca e innovazione».
Falcone torna poi a insistere sui cavalli di battaglia della Cisl: concertazione territoriale, liberalizzazione dei servizi pubblici, democrazia economica, sussidiarietà, riforma del welfare. «Sono tutte politiche che possono incidere su costi, qualità e quantità dei servizi sociali, che non difficilmente saranno quelli di prima perché le risorse calano e i bisogni crescono. Dobbiamo, perciò, ampliare gli spazi di mercato per altri soggetti profit e no profit. In generale si tratta di rendere il nostro territorio appetibile agli investimenti e fare di Modena una città aperta ai progetti imprenditoriali innovativi».
Infine il segretario Cisl invita a non sottovalutare il costo della vita (anche se l’inflazione ha segnato ad agosto solo un + 0,3 per cento rispetto a luglio e + 0,1 sul 2008) ed esorta l’osservatorio prezzi costituito dal Comune di Modena ad aprire il confronto sui nodi strutturali (filiera lunga, distribuzione, logistica ecc.) che alimentano la spirale inflazionistica.