L’interrogazione presentata in Regione Emilia Romagna dal Consigliere Leoni del PDL a seguito di una inchiesta del settimanale Tempi sulle risposte telefoniche date ad una giornalista che, fingendosi una donna incinta intenzionata ad abortire, ha chiamato ospedali ed aziende ospedaliere dell’Emilia Romagna per chiedere informazioni e chiarimenti relativi alle procedure di somministrazione della pillola RU486.
Il sottoscritto Andrea Leoni, Consigliere regionale di Fi-PDL,
premesso
che un’inchiesta giornalistica del settimanale ‘Tempi’, pubblicata mercoledì 2 settembre 2009, riporta le risposte telefoniche date ad una giornalista che, fingendosi una donna incinta intenzionata ad abortire, ha chiamato ospedali ed aziende ospedaliere dell’Emilia Romagna per chiedere informazioni e chiarimenti relativi alle procedure di somministrazione della pillola RU486. Le conversazioni telefoniche pubblicate sul settimanale sono le seguenti:
Ausl di Carpi
Non è vero che la legge richiede di rimanere in ospedale?
(…) No perché non viene ricoverato nessuno. Non è un alloggio. O c’è una necessità medica o altrimenti non è un albergo, e poi non è fattibile, non avremmo posti letto a sufficienza.
Azienda ospedaliera di Modena
Se l’aborto non avviene subito posso tornare a casa?
Sì.
Così non violo la 194?
Questa procedura è una procedura interna alla 194.
Ma la 194 richiede l’aborto fatto in ospedale e non a casa da soli.
Non è assolutamente vero, la legge non dice così.
Devo fare qualche esame d’idoneità?
Noi non lo richiediamo. Cosa vuole, fin che è giovane e non ha mai avuto problemi allergici può fare tutto!
Ospedale Maggiore di Bologna
Non si resta in ospedale. Prende il farmaco e poi può tornare a casa.
Ma non devo fare prima degli esami d’idoneità alla pillola?
Non c’è bisogno, se succede qualcosa può tornare in ospedale.
Azienda ospedaliera S. Anna di Ferrara
Certo che l’espulsione può avvenire in casa, ma non c’è alcun problema se accade.
E quando vengo in ospedale?
Quando prende la prima pillola che abbiamo ordinato e poi per la seconda pillola. Ma non deve trattenersi in ospedale.
Nemmeno se voglio?
No signora, non si può.
Consultorio di Ravenna
Vorrei abortire con la Ru486.
Prima devo chiederle per protocollo se ha già deciso.
Sì.
Bene. Ci vuole un certificato medico e poi vada subito in ospedale e faccia richiesta della pillola ma bisogna che faccia in fretta e ci vada subito.
Come funziona il farmaco?
Ci vuole il certificato del ginecologo, poi lo porta in ospedale. Le conviene andare a Ravenna, lì fanno meno storie. Loro richiedono il farmaco, poi torna dopo una settimana, prende una pillola e dopo poco la seconda. Nel frattempo può avere un aborto spontaneo che è una mestruazione abbondante, poi bisogna fare una visita di controllo per vedere se è venuto tutto pulito.
Posso stare in ospedale?
No, lei non deve stare in ospedale, lì va solo a prendere la compressa poi torna a casa.
Cosa succede se abortisco a casa?
Non succede niente perché lei praticamente avrà solo una mestruazione abbondante. Se ha particolari dolori magari si rechi al pronto soccorso, altrimenti non deve fare niente. Comunque, la sostanza da eliminare è veramente poca. Lei cosa pensa di fare?
Sono un po’ confusa.
Abortire a casa non è illegale perché questa sperimentazione è un pezzo che si fa. Tra l’altro adesso l’hanno anche approvata, per cui non è assolutamente illegale.
Ma la 194?
La 194 è un’altra cosa: prevede l’aborto entro il terzo mese. La sperimentazione con questa pillola a Ravenna la facciamo da due anni. Ora verrà commercializzata a breve e si userà in tutti gli ospedali, anche in Lombardia probabilmente. (…) Non si immagini chissà che cosa, è una semplice mestruazione, tutto qua.
Ausl di Scandiano
Posso poi tornare a casa?
Deve. Non si sta mica qui.
L’aborto avviene a casa?
Dipende. Capita che avvenga subito qui, ma se le succede a casa è lo stesso.
Ospedale di Guastalla
Non è necessario il ricovero.
Posso abortire a casa?
Mi scusi, il senso della Ru486 è questo: prendere la pillola per abortire a casa.
Ospedale Delta di Ferrara
Non rimane ricoverata. Viene qui la mattina, poi va a casa e ritorna solo a fare i controlli.
L’espulsione del feto avviene in casa?
Sì, cioè avrà delle perdite, non è che vede proprio il… Non è niente di più che una normale mestruazione. Se ha problemi torna subito in ospedale.
E’ doloroso?
E’ una mestruazione un po’ più dolorosa.
Quindi sto tranquilla, è tutto legale?
E’ tutto legale e rispetta i protocolli. Il ricovero non ha senso, se no non ci sarebbe nessun vantaggio. Altrimenti fa il raschiamento in un giorno, viene la mattina, va via la sera e tutto finisce lì.
Ausl di Lugo
Cosa vuole? Stare ricoverata quindici giorni?
E’ tutto legale?
In effetti adesso c’è un dibattito su questa procedura, ma noi non abbiamo ancora ricevuto disposizioni diverse. Comunque le donne qui entrano ed escono, questa è la nostra procedura approvata.
L’aborto con la Ru486 è sicuro, vero?
Le probabilità di insuccesso sono del 15 per cento e succede che bisogna poi ricorrere all’intervento chirurgico. Molte volte non c’è la pulizia dell’utero ma noi abbiamo la nostra procedura che è così e non possiamo fare diversamente.
Ma è doloroso?
Bè, dopo la prima pillola un po’ di dolorini le vengono, dopo la seconda può avere perdite ematiche abbondanti: contrazioni uterine, vomito o diarrea e malessere generale. Le mando un fax che spiega tutto.
alla luce
di quanto riportato, le raccomandazioni diffuse dall’Aifa secondo le quali la somministrazione della pillola Ru486 deve avvenire nel ”rigoroso rispetto della legge per l’interruzione volontaria della gravidanza, entro la settima settimana di gestazione e con il ricovero in una struttura sanitaria, così come previsto dall’art. 8 della Legge 194, dal momento dell’assunzione del farmaco sino alla certezza dell’avvenuta interruzione della gravidanza” appaiono assolutamente non rispettate e ridicolizzate;
ritenuto
– quindi, sempre alla luce di quanto esposto, che le informazioni e le procedure fornite ed indicate dalle aziende ospedaliere e sanitarie dell’Emilia Romagna interpellate, costituirebbero una palese violazione delle indicazioni fornite dall’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) oltreché dei principi e degli indirizzi della legge 194 nel merito dell’obbligatorietà del ricovero ospedaliero fino alla certezza dell’avvenuta espulsione del feto;
– che le procedure adottate dalle aziende ospedaliere interessate, così come le relative informazioni fornite alle donne che intendono abortire, banalizzino di fatto l’aborto, riducendolo ad un malessere da curare al proprio domicilio con una pillola;
valutato
– che tali procedure, non solo siano contro legge ma porrebbero la donna in una condizione di solitudine psicologica e di isolamento fisico rispetto alla rete di assistenza sanitaria ed ospedaliera necessaria in caso di complicanze;
– che quanto sopra esposto sia assolutamente grave ed inaccettabile;
INTERROGA
Il Presidente della Regione Vasco Errani per sapere:
1) se sia a conoscenza e come giudichi le risposte fornite dalle aziende ospedaliere e sanitarie interpellate nell’ambito dell’inchiesta del settimanale Tempi nel merito delle procedure di somministrazione della pillola abortiva RU486;
2) se e come la procedura che non solo consente ma obbliga la pratica dell’aborto farmacologico al proprio domicilio sia compatibile e rispettosa degli indirizzi e dei principi forniti sia dall’Aifa sia contenuti nella legge 194 in base alla quale l’aborto avvenire con il ricovero in una struttura sanitaria, dal momento dell’assunzione del farmaco sino alla certezza dell’avvenuta interruzione della gravidanza”;
3) se concordi nel ritenere grave e preoccupante il fatto che in Emilia Romagna la legge 194 e le indicazioni dell’Aifa relative alle procedure per l’aborto farmacologico siano palesemente violate;
4) se e come intenda agire affinché venga ripristinato il rispetto della legge 194 e l’aborto non venga più considerato e propagandato come una mestruazione o un malessere da debellare attraverso una pillola al proprio domicilio
5) Se intenda istituire una commissione di inchiesta regionale per sapere se nelle strutture sanitarie della Regione vi siano le palesi violazioni riscontrate dall’inchiesta giornalistica e per verificare a chi siano da attribuire le responsabilità per la mancata osservanza delle norme.
Andrea Leoni