socialeRiflesso dei cambiamenti introdotti con l’avvento della società multietnica e anche del procedere dei processi di integrazione l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena nel 2008 ha assistito ad un ulteriore aumento dei ricoveri di stranieri: il loro numero l’anno passato è stato di 5.595, pari al 12% del totale delle persone passate per le corsie del nosocomio. E a rivolgersi alla struttura sanitaria sono nella grande maggioranza le donne 3.584 (64,06% del totale) contro 2.011 uomini (35,94%). La distribuzione etnica della popolazione straniera ricoverata vede in testa i marocchini (1.131), seguiti da albanesi (567) e da ghanesi (488).

Questo il dettaglio della situazione ricoverati stranieri nel 2008: (Paese d’origine e casi trattati)

Marocco 1.131 – Albania 567 – Ghana 488 – Romania 446 – Tunisia 390 – Nigeria 348 – Moldavia 217 – Turchia 209 – Ucraina 200 – Cina 138 – Polonia 137 – Sri Lanka 55 – Filippine 155 – India 93

Frequente in questi casi il ricorso al servizio di mediazione culturale, che nel 2008 ha effettuato 7.548 prestazioni su richiesta degli stessi stranieri o degli operatori sanitari, contro le 6.597 del 2007 del (+ 14,42%). Il 7,2% ha effettuato più di un ricovero e si può calcolare che ogni paziente abbia usufruito del servizio di mediazione culturale circa 1,9 volte.

“Questi dati – commenta il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena dottor Stefano Cencetti – possono far comprendere molto bene l’importanza del servizio di mediazione culturale, tanto più che esso si rivolge prevalentemente alle parti più deboli della popolazione straniera, alle donne, alle partorienti, ai bambini. Si tenga conto a questo proposito che al Policlinico, dove abbiamo circa 3.500 parti all’anno, quasi il 30% dei nuovi nati è rappresentato da neonati con genitori immigrati. Svilire la necessità di questo servizio è come chiederci di trascurare nel nostro caso un obiettivo non solo etico, ma deontologico: dare a tutti assistenza nelle condizioni migliori. Questo obiettivo comporta determi-nare situazioni assistenziali tali da realizzare un’alleanza terapeutica tra operatori sanitari e pazienti, che ci pare l’unico modo perché le cure e le prestazioni fornite risultino efficaci e non si disperda il valore di un sistema sanitario chiamato a dare risposte appropriate a tutti i cittadini”.

L’attività è garantita da Integra Cooperativa Sociale, che sin dal 2002 ha in affidamento il servizio per contratto, stipulato a seguito di selezione effettuata tramite gara.

Chi fruisce del servizio?

La distribuzione delle tre lingue maggiormente rappresentate negli interventi eseguiti vede in testa l’arabo (60%), seguito dall’inglese (16%) e dal cinese (4%), che ha scalzato dalla terza posizione l’albanese.

Le richieste di intervento del servizio di mediazione culturale sono prevalentemente rivolte dall’Ufficio Accettazione (29%), Ostetricia (28%), Nido (14,8%), Pediatria (7,6%), Gi-necologia (4,9%) e Neonatologia (2,5%).

Per quanto riguarda le richieste rivolte dall’Ufficio Accettazione facevano seguito in prevalenza a chiarimenti da fornire in merito al controllo della posizione amministrativa dei pazienti ricoverati (controllo tessera sanitaria, eventuali assicurazioni mediche) e all’emissione di codici STP (Straniero Temporaneamente Presente).

Come è organizzato il servizio?

Un gruppo di lavoro composto da un’equipe di mediatori opera con presenza fissa e continuativa, secondo un preciso calendario orario settimanale (dal lunedì al sabato) presso la sede, mentre un altro gruppo di mediatori di differente nazionalità, con esperienza nel settore socio-sanitario, interviene in relazione alle necessità urgenti o programmate dei differenti reparti. Il gruppo è costantemente supervisionato, sia per ciò che attiene gli aspetti organizzativi che qualitativi, dalla coordinatrice tecnica dipendente della Integra Cooperativa Sociale e dalla referente della Direzione servizi per l’ospitalità.

La deontologia che orienta il servizio vuole che il mediatore non sia un soggetto molto conosciuto nella comunità di appartenenza del paziente o che ricopra in essa dei ruoli pubblici per assicurare il rispetto alla privacy e garantire la neutralità dell’operatore.

L’Azienda ha provveduto a garantire la disponibilità del servizio di mediazione nell’arco delle 24 ore. Infatti, i mediatori culturali sono reperibili telefonicamente, anche al di fuori dell’orario di apertura dell’ufficio, per mediazioni telefoniche o richieste urgenti di intervento.

A partire dal luglio 2008, in considerazione delle aumentate esigenze e della prove-nienza della popolazione ricoverata di origine straniera, sono stati introdotti nuovi turni di presenza delle mediatrici di lingua araba.

“Il volto della Provincia di Modena – afferma la dott. Simonetta Ferretti, dirigente dei Servizi per l’Accoglienza e l’Ospitalità del Policlinico di Modena – sta cambiando ed è in questa ottica che abbiamo progettato l’attività di mediazione culturale, un’attività che compatibilmente con le risorse economiche disponibili verrà confermata anche nel futuro. L’obiettivo è quello di garantire equità negli accessi e nelle cure, aumentare le conoscenze delle perso-ne, siano esse italiane o straniere, utilizzando gli strumenti di volta in volta paiono più adeguati, affinché tutti possano conoscere i servizi ed accedervi con appropriatezza, prevenendo altresì fenomeni che possono determinare nuovi ricoveri”.