Sarà una sorta di viaggio nel tempo, dalle sonorità barocche del Seicento fino al jazz del Novecento, tra brani di Camagni, Gherardeschi ed Handel, quello che propone l’organista Alessandro Bianchi per il concerto in programma mercoledì 26 agosto, alle 21, nella chiesa di San Geminiano vescovo a Pompeano di Serramazzoni nell’ambito della rassegna “Armonie fra musica e architettura”. L’ingresso è libero.
Alessandro Bianchi, comasco, organista della Basilica di San Paolo a Cantù e della chiesa Anglicana di Lugano nonché della Scuola corale della Cattedrale di Lugano, spazia dal repertorio dell’Archivio musicale del Duomo di Como, con sonate e musiche religiose, ai brani ottocenteschi di Hewitt e Webb, per arrivare al “Jazz Hanon” di Willscher, al rag e al swing di metà Novecento.
Protagonista di quasi 1500 concerti come solista, Bianchi si è esibito nelle più grandi cattedrali e sale da concerto in Italia e nel mondo e ha partecipato ai maggiori festival organistici internazionali. Diplomato in Organo e Composizione Organistica al Conservatorio di Piacenza, ha frequentato seminari e corsi di perfezionamento con Nicholas Danby e Arturo Sacchetti
“Armonie”, la rassegna di concerti nelle chiese del territorio modenese, è promossa dalla Provincia di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con la direzione artistica dell’associazione “Amici dell’organo Johann Sebastian Bach”.
Scopo della rassegna, oltre a proporre musica di alto livello, è quello di guidare i visitatori attraverso il ricco patrimonio di chiese e pievi della provincia e degli antichi organi in esse conservati. Lo strumento della chiesa di Pompeano è del 1848, opera di Alessio Verati, ed è stato restaurato nel 2001 con i fondi messi a disposizione dalla Provincia proprio per il recupero degli organi antichi.
Intitolata a S.Geminiano, la parrocchiale di Pompeano, nata come cappella del castello e restaurata di recente, è arroccata su uno suggestivo sperone roccioso di origini vulcaniche dove sono tuttora visibili i resti delle antiche mura e del torrione duecentesco del castello che fino al ‘400 apparteneva ai Da Gombola. Nei pressi della chiesa si trova il palazzo in pietra dimora dei successivi feudatari, i conti Cesi. Alla figura di San Geminiano è dedicato un dipinto ottocentesco sull’altare maggiore che ricorda l’assoggettamento di Pompeano al Comune di Modena nel 1179.