Si trasmette una nota della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna, avvocato Desi Bruno, su “Emergenza Scuola Pubblica nella Casa Circondariale di Bologna: riduzione degli insegnanti e carcere femminile senza scuola media”.
“L’Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna, a seguito di segnalazione delle RSU dell’Istituto superiore ‘’J.M. Keynes’’ di Castel Maggiore (BO) e dell’Istituto Comprensivo N.10 di Bologna, che rispettivamente gestiscono i corsi di scuola superiore ed i corsi di scuola primaria e media pressola Casa Circondariale di Bologna, evidenzia con preoccupazione la critica situazione nella quale si trova la scuola all’interno del carcere di Bologna. Negli ultimi anni è in atto una riduzione progressiva del numero degli insegnanti che ha portato ad un peggioramento dell’offerta di istruzione eformazione all’interno del contesto carcerario con relativa compressione del diritto all’istruzione delle persone ristrette.
Per quanto attiene alla Scuola primaria (ex Scuola elementare) gli insegnanti svolgono il ruolo di alfabetizzatori tenendo corsi di linguaitaliana per stranieri, la cui percentuale presso il carcere di Bologna èdi circa il 70%, una realtà in cui i corsi di alfabetizzazione risultano imprescindibili prima di tutto per una corretta comprensionedella realtà circostante da parte delle persone detenute e poi per assicurare attività di rieducazione e dignità di trattamento della persona straniera detenuta. Sino all’anno scolastico 2004/2005 le cattedre attive erano cinque erientravano nell’organico di diritto stabilito per la provincia diBologna. A partire dal 2005/2006 le cattedre sono state tagliatedall’organico di diritto e ogni anno, compatibilmente con le risorse,vengono istituite con la definizione del cd. organico di fatto, la qualcosa si riverbera immediatamente sulla piena fruibilità del diritto all’istruzione da parte delle persone ristrette, potendo non essereconcesse, o, comunque, concesse con ritardo, anche comportando l’impossibilità di costituire un gruppo di docenti che abbia i caratteri della stabilità e continuità.
Per quanto attiene alla Scuola media inferiore si segnala che, nel corso degli ultimi anni, a seguito del progressivo ridimensionamento dell’organico degli insegnanti, si è verificata una grave menomazione dell’offerta formativa, non essendo stato possibile attivare i corsi relativi presso quelle sezioni del carcere in cui si trovano quei detenuti che non si possono incontrare con i cd. detenuti comuni, il che appare fortemente discriminatorio. A ciò si aggiunge che l’intero reparto femminile nell’anno 2008/09 è rimasto senza corsi di scuola media, carenza che si connota come una vera discriminazione di genere, attesa anche la mancanza di corsi di scuola media superiore.
Per quanto riguarda la Scuola media superiore, che garantisce corsi di Ragioneria, negli ultimi cinque anni l’organico degli insegnanti ha subito riduzioni importanti, comportando un taglio del 50% delle classi, per cui dalle sei classi dell’anno scolastico 2004/2005 si è passati alle tre del 2008/2009, situazione nella quale, a fronte di una richiesta di iscrizioni che non ha subito flessioni, si è dovuto provvedere all’istituzione di pluriclassi (accorpamento di corsisti iscritti a diversi anni scolastici nella stessa classe) con evidente svilimento della didattica. A fronte delle succitate criticità l’Ufficio del Garante delle persone private della libertà personale rimarca la precarietà dell’offerta didattico-formativa presso la Casa Circondariale di Bologna, peraltro in un periodo di estrema problematicità causa il progressivo ed inarrestabile aumento della popolazione detenuta e la scarsezza di risorse umane e materiali.
Auspica che gli attori istituzionali che si occupano dell’offerta scolastica in carcere sappiano porre in essere ogni più opportuno etempestivo intervento, assicurando alle persone detenute il diritto alla formazione e all’istruzione, e non una offerta residuale in quanto persone svantaggiate, che al contrario devono essere destinatarie di interventi volti a superare diseguaglianze ed ostacoli, come ricordano gli artt. 2 e 3 della Costituzione”.