Felipe Massa ha lasciato l’ospedale militare di Budapest dove era ricoverato dal 25 luglio, dopo l’incidente durante le prove del Gp d’Ungheria di F1. Il pilota brasiliano ha lasciato l’Ungheria per San Paolo, con scalo a Dakar, su un jet privato e attrezzato sotto il profilo sanitario sul quale c’erano anche la moglie, Raffaela, e il medico personale Dino Altman. Massa sarà poi trasportato in elicottero all’ospedale Albert Einstein, nella zona sud della città. Ci rimarrà almeno due giorni, per sottoporsi ad una serie di controlli medici.
Prima di essere dimesso dall’ospedale AEK dove era stato ricoverato dopo l’incidente occorsogli nelle qualifiche del Gran Premio d’Ungheria, Felipe ha rilasciato un’intervista esclusiva al sito della Ferrari.
Come ti senti? Cosa ricordi dell’incidente?
“E’ una sensazione un po’ strana. So esattamente quello che è successo, cioè che una molla staccatasi dalla macchina di Rubens mi ha colpito sul casco. So che mi è accaduto qualcosa ma non ho sentito nulla quando è successo. Mi hanno detto che ho perso conoscenza al momento dell’impatto della molla sul casco e sono finito contro le barriere poi mi sono risvegliato due giorni dopo in ospedale. Non ho ricordi e per questo mi sono fatto spiegare tutto quello che è stato fatto dai medici. Quando ho visto Rob (Smedley, il suo ingegnere di macchina, n.d.r.), mi ha chiesto se mi ricordavo di Rubens ma l’ultima cosa che mi è rimasta in mente è di quando mi sono ritrovato dietro di lui alla fine del giro cronometrato in Q2 ma poi non c’è altro. Ripeto, è una sensazione difficile da spiegare. Ora mi sento molto meglio e voglio guarire nel minor tempo possibile per tornare in pista al più presto al volante di una Ferrari.”
Desideri ringraziare qualcuno?
“Innanzitutto, voglio ringraziare Dio. Poi i medici in pista e quelli dell’ospedale AEK di Budapest che hanno fatto tanto per me e Dino Altmann, che è venuto dal Brasile con la mia famiglia ed è stato straordinario in questi giorni. Il mio ringraziamento va anche a tutti coloro che hanno pregato per me, che mi hanno scritto attraverso il mio sito e quello della Ferrari e che hanno sperato che tutto andasse per il meglio. Sono stati tantissimi, anche persone che magari non si interessano di Formula 1 ma hanno saputo quello che mi era accaduto: li ringrazio e voglio dirgli che anch’io prego per loro. Anch’io avrei fatto la stessa cosa se fosse successo un incidente ad un altro pilota: avrei pregato per lui, perché tutto potesse finire bene.”
Quanto è stato d’aiuto avere la famiglia al tuo fianco in questi giorni?
“La mia famiglia è molto importante per me. Sono sempre stati con me durante tutta la mia carriera, nelle vittorie e nelle sconfitte e nei momenti più difficili. A Budapest c’era solo Eduardo ma, quando è successo l’incidente, tutti – Raffaela, mio padre, mia madre e poi mia sorella – sono volati in Ungheria. So che hanno sofferto tantissimo e li voglio ringraziare per essermi stati vicino. E poi c’è un’altra famiglia che devo ringraziare, la famiglia Ferrari: sono stati fantastici, ci hanno aiutato in tutti i modi e far parte di questo gruppo mi dà tanta emozione.”
Quale sarà il tuo primo desiderio quando sarai arrivato in Brasile?
“Tornare nella mia casa, vedere se tutto è come prima. Sono successe tante cose in questi giorni e voglio tornare ad una vita normale. Recuperare la miglior condizione, fare le cose che si fanno quotidianamente.”
Adesso la tua macchina sarà affidata per un po’ a Michael Schumacher: che consigli ti senti di dargli?
“Michael non ha certo bisogno dei miei consigli! Lui piuttosto mi ha dato tanti suggerimenti per la mia carriera quando correvamo insieme. Sa vincere, sa guidare ed è bravissimo: è stata fatta la miglior scelta possibile, dando la macchina ad una persona fantastica e sono sicuro che tutti saranno contenti di vederlo tornare a correre. Però io spero tanto di poter tornare in pista con la Ferrari il prima possibile!”