rocca-s.martino.rioDa Federico Barbarossa (1167), ai Roberti di Reggio Emilia, agli Estensi (1420), al ramo marchionale degli Este (1501), fino dalla seconda metà del XVIII secolo, ai Rango d’Aragona, l’imponente struttura conserva ancora oggi intatto il suo fascino, accentuato dalla torre angolare quadrata, con merlatura ghibellina.

La domenica, la Rocca si può visitare dalle 10 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19 con l’accompagnamento di giovani guide che l’Ammnistrazione comunale mette a disposizione dei turisti e dei visitatori. Nell’interno, gli ambienti più significativi sono la Cappella di San Giovanni (XV secolo) e in alcune stanze incanti e visioni con i cassettoni dipinti, gli affreschi e gli stucchi risalenti ai secoli XV-XVIII.

Al primo piano (piano nobile) è ospitata la Biblioteca. Al pianterreno è ospitato il Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale, un museo che si può senz’altro definire una “chicca” regionale e nel quale spazio e tempo della cultura popolare coesistano negli scenari della memoria, delle testimonianze umane e d’esperienza di vita contadina ed artigiana della pianura reggiana, quale era fino all’inizio del secolo, prima della meccanizzazione agricola.

E’ possibile inoltre ammirare la sezione “Conservare il tempo: la donazione di Raffaella Bertani”, con un nuovo allestimento di oggetti in rame, presso la quale i visitatori hanno la possibilità di acquistare un ricordo del Museo.

Il museo, ricchissimo di reperti, merita una visita attenta così come la Pinacoteca di Uber Coppelli, un artista di tutto rispetto (sue opere sono conservate al “Gabinetto Disegni e Stampe” degli Uffizi di Firenze, al “Gabinetto Disegni e Stampe” dell’Università di Pisa, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna e al Museo Civico di Modena) che ha donato le sue opere al Comune di San Martino.