Una mappa della Modena del ‘600; carte che riguardano la gestione del territorio con le opere edili e infrastrutturali ordinate dagli Estensi; gride, avvisi e notificazioni; atti che documentano la gestione del patrimonio e degli affari di famiglia. Copre un arco di oltre quattro secoli, dalla seconda metà del Quattrocento alla prima metà del Novecento, l’archivio di famiglia che Francesca e Andrea Abbati Marescotti hanno voluto donare all’Archivio storico del Comune di Modena e che è già stato acquisito.
Composto da 80 buste, per complessivi 8 metri lineari, il fondo archivistico è particolarmente significativo per la storia politica, sociale e culturale della città: la famiglia Abbati (originaria di Castelnuovo di sotto nel Reggiano) è, infatti, un’antica e insigne casata modenese, iscritta all’albo della nobiltà cittadina fin dai primi anni del Cinquecento. Unitasi successivamente ai Marescotti, la famiglia fu insignita del titolo di conti Abbati Marescotti, trasmissibile a tutti i maschi in infinito, il 10 luglio 1818 per meriti nel campo economico e dell’istruzione.
La casata conta numerosi esponenti di spicco legati alla corte Estense tra i quali: l’ingegnere ducale Pietro Andrea (1693-1762) che fu anche soprintendente dei giardini e del parco della villa ducale di Sassuolo e che, nel 1734, restaurò le fortificazioni della cittadella e dei terrapieni di Modena; Pietro (1768-1842), celebre matematico e consigliere di Stato di Francesco IV d’Austria-Este, membro dell’Accademia dei Dissonanti e poi dell’Accademia di Scienze, Lettere e Arti, che ottenne nel 1818 dal duca il diritto di fregiarsi del titolo di conte e di unire il proprio cognome a quello dei Marescotti; Paolo (1812-1878), valente poeta e tragediografo, membro della Guardia d’onore di Francesco IV; Giulio Cesare (1893-1978), ingegnere capo della Provincia di Modena al quale si devono numerose infrastrutture ancora in funzione, Medaglia di bronzo al Valor militare e capo della difesa antiaerea della provincia di Modena nella Seconda Guerra Mondiale, presidente per 23 anni dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi.
Il servizio Biblioteche e l’Archivio storico si occuperanno di riordinare e inventariare il fondo documentario, mettendolo a disposizione degli studiosi non appena sarà possibile.