Verso le 2:00 di notte di martedì scorso 19 novembre, tre autovetture in sosta nella pubblica via di Zocca venivano date alle fiamme e, nonostante l’intervento dei Vigili del Fuoco allertati da un passante, pativano danni irreparabili.

Due delle auto distrutte risultavano di proprietà di una donna, già vittima di atti persecutori da parte di un uomo, indagato dalla Procura della Repubblica e dal mese di ottobre 2024 sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa, dopo un periodo di detenzione agli arresti domiciliari.

I Carabinieri della Stazione di Zocca si sono messi alla ricerca dell’uomo, 25enne di Montecreto, che quella stessa notte, alle ore 2:50, era stato casualmente sottoposto a controllo stradale a Serramazzoni da una pattuglia dei Carabinieri di Pavullo nel Frignano.

Nella circostanza, notando una profonda escoriazione ad una mano, i Carabinieri – in quel momento ignari dell’incendio – chiedevano allo stesso notizie sulle cause della ferita e l’interessato rispondeva di essersela procurata al lavoro qualche giorno prima.

Sulla scorta delle informazioni apprese i Carabinieri di Zocca si recavano presso l’abitazione dell’uomo, rintracciandolo all’alba. Qui constatavano che lo stesso aveva vistose ustioni al viso ed alle mani che venivano successivamente refertate quali “ustioni 1 e 2 grado da fiamma a volto e mani”.

Gli oggetti rinvenuti e sequestrati dai Carabinieri nella abitazione dell’indagato, i filmati delle telecamere stradali acquisiti dalla suddetta polizia giudiziaria, nonché le evidenti tracce della recente commissione del reato, e l’esistenza di un chiaro movente vendicativo, determinavano i Carabinieri, previa immediata interlocuzione e condivisione con il Pubblico Ministero di turno di questa Procura,  a procedere all’arresto dello stesso nella quasi flagranza del reato di incendio doloso commesso poche ore prima.

L’uomo, come disposto da questa Procura, veniva quindi associato alla casa circondariale di Modena in vista della udienza di convalida dell’arresto tenutasi ieri. Il Giudice per le indagini preliminari, all’esito dell’udienza e dell’interrogatorio dell’indagato, convalidava l’arresto e, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza ed il concreto ed attuale pericolo di reiterazione del reato, anche alla luce delle precedenti condotte persecutorie, applicava all’indagato la misura della custodia in carcere come chiesto dalla Procura.