Nella prima mattinata di oggi i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Parma hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare personale e contestuale decreto di sequestro preventivo emessi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma, su richiesta della Procura della Repubblica, per ipotesi di reato di detenzione a fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti.

Nello specifico, è stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di
quattro persone e il divieto di dimora nel territorio della provincia di Parma nei confronti di altri tre indagati, tutti di nazionalità albanese.
Il sequestro preventivo ha riguardato tre dei destinatari della misura cautelare personale per complessivi € 360.000, quale profitto del reato di traffico di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso all’esito di indagini avviate dal Nucleo di Polizia
Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Parma allo scopo di ricostruire gli acquisti
di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina effettuati da soggetti di
nazionalità albanese – aventi ruoli e compiti diversi – e destinati allo spaccio sul territorio
parmigiano.
Le investigazioni sono state condotte mediante indagini tecniche, pedinamenti e l’uso di una telecamera collocata dai finanzieri in un luogo aperto – posto nella immediata periferia della città ed epicentro delle attività illecite – in cui sarebbero avvenuti la consegna dello stupefacente proveniente da fuori provincia e il successivo rifornimento nei confronti sia di soggetti che si sarebbero occupati di spacciarla nel parmense sia di cessionari stabiliti in diverse località del nord Italia.
I finanzieri, subito dopo l’acquisto dello stupefacente da parte di consumatori o rivenditori,
hanno proceduto ad effettuare dei controlli nei loro confronti per trovare immediato univoco
riscontro che si trattasse di sostanza stupefacente, che pertanto veniva di volta in volta
sottoposta a sequestro. A titolo esemplificativo, un corriere della droga – destinatario di misura della custodia cautelare in carcere – nel marzo 2023 veniva controllato dai finanzieri a Cervia e colto in flagranza di reato mentre prelevava dal doppio fondo della sua autovettura n.3 pacchi contenenti sostanza stupefacente del tipo cocaina per un peso complessivo di Kg 3.310: già in tale occasione il corriere veniva tratto in arresto.
La sostanza stupefacente sarebbe giunta a Parma occultata nel doppio fondo di un’autovettura artatamente ricavato senza lasciare segni di manomissione, nel tentativo di sfuggire ad eventuali controlli da parte di forze di polizia.
Inoltre, secondo l’ipotesi investigativa, la sostanza stupefacente del tipo cocaina, una volta
giunta a Parma, sarebbe stata dirottata anche in altre province – Pesaro e Urbino, Macerata, Alessandria, Brescia, Mantova, Ravenna, Rimini, Udine, Pordenone – grazie all’utilizzo di svariati corrieri della droga.

Al termine delle indagini risultano indagati quindici soggetti di nazionalità albanese, alcuni dei quali ritenuti dagli investigatori di notevole spessore criminale, evidenziato non solo da
precedenti di polizia ma anche dai ruoli emersi nel corso delle indagini. In dettaglio, secondo l’ipotesi d’accusa condivisa dal GIP, il principale indagato, un uomo quarantenne di nazionalità albanese, già condannato per traffico internazionale di stupefacenti nel nostro Paese e già detenuto all’estero per gli stessi reati, avrebbe avuto il ruolo di grossista della sostanza stupefacente e si sarebbe avvalso di taluni collaboratori deputati a custodire la droga o a fungere da corrieri per le consegne; sarebbero poi emerse le condotte illecite dei pusher che a lui facevano riferimento, degli indagati che rappresentavano i suoi canali di approvvigionamento e dei suoi clienti in altre province.
Il citato indagato avente il ruolo di grossista – destinatario della misura custodiale in carcere – è risultato essere nullatenente nonostante conducesse una vita agiata e dimorasse, con il proprio nucleo familiare, in una villa nella periferia di Parma che sarebbe stata utilizzata come magazzino logistico per la sostanza stupefacente. Stando alla ricostruzione delle Fiamme Gialle, avrebbe avuto contatti in grado di garantirgli forniture costanti di cocaina per quantitativi considerevoli che avrebbe pagato € 27.000 al chilogrammo, per poi rivenderla a € 40.000 al chilogrammo.
Nei suoi confronti e a carico di altri due indagati – il corriere tratto in arresto a Cervia e uno
spacciatore che avrebbe effettuato almeno 222 cessioni di cocaina a Parma – è stato
quantificato il profitto delle cessioni di sostanza stupefacente pari a complessivi € 360.000 ed è stata data esecuzione al sequestro di tale somma su beni mobili, immobili e partecipazioni societarie dei tre indagati.
Durante le indagini sono state riscontrate numerosissime cessioni di stupefacenti pari almeno a circa kg 9 di cocaina, ceduta allo spaccio a un prezzo compreso tra € 50 e € 70 al grammo.
Nel corso di una delle perquisizioni compiute in data odierna durante l’attività esecutiva a carico di uno dei destinatari della misura cautelare residente in Rimini, è stata rinvenuta un’ulteriore quantità di cocaina pari a circa 500 grammi.

La Guardia di Finanza intende sottolineare, in definitiva, i seguenti aspetti, che denotano la particolare rilevanza pubblica dei fatti:
1. in primo luogo, il rilevante traffico di sostanza stupefacente del tipo cocaina ricostruito nel corso delle indagini, che avrebbe interessato non solo la provincia di Parma ma anche
territori di altre Regioni del nord Italia, con il presunto coinvolgimento di numerosi indagati;
2. in secondo luogo, il rilevante quantitativo di droga oggetto di cessioni, le ingenti somme
di denaro contante scambiate all’atto delle stesse e i lucrosi profitti tratti dagli indagati;
3. in terzo luogo, l’attenzione posta dall’Autorità giudiziaria verso le condotte di spaccio di
sostanze stupefacenti realizzate sul territorio ai danni della collettività.