Giacomina non è più con noi.
L’amica più cara, la più intensa, quella capace sempre di darci energie e spunti nuovi ci ha lasciato. Giacomina Castagnetti, scomparsa a 98 anni a Castelnovo Monti, non lascia solo Istoreco, lascia Reggio, lascia una provincia intera, una comunità che ha tanti motivi per dirle grazie. E ci lascia nemmeno una settimana dopo Giglio Mazzi, il partigiano “Alì”, e a nemmeno due mesi da Francesco Bertacchini, “Volpe”. Doveva accadere, l’anagrafe non ha mai perdonato, ma per noi è dura. Tanto dura.
Giacomina: giovane antifascista, partigiana, militante per i diritti delle donne, impegnata per i primi asili, consigliera comunale, sindacalista, sempre in prima linea in tutte le battaglie di giustizia e di valore. E poi, per decenni per cui le saremo eternamente grati, una testimone fantastica. Umana, empatica, energica, era capace di ammaliare i bimbi delle elementari, i ragazzi delle superiori, i gruppi stranieri, i migranti appena arrivati in Italia, gli adulti, i giornalisti e gli storici che arrivavano da mezza Italia per conoscerla.
Migliaia di persone, tra il Viaggio della Memoria, i Sentieri Partigiani e mille altre strade, l’hanno ammirata e apprezzata. Le infinite code che si formavano alla fine degli interventi, per saluti, abbracci e autografi, erano sempre il momento più bello. E lei non si tirava mai indietro.
Quanti chilometri abbiamo fatto, Giacomina. In Italia e non solo, a Berlino e ovunque ci fosse bisogno. Quanti chilometri, quante risate, quante feste, quante chiacchiere e quante discussioni, con quel sorriso bellissimo, quella vitalità che lasciava a bocca aperta. Meraviglia pura, per qualcosa che a noi sembrava lontano e, grazie alle sue parole, così vicine.
E di storie da raccontare Giacomina ne aveva così tante. Era nata a Roncolo per San Martino, l’11 novembre. Si chiamava Giacomina perché papà Giacomo era morto prima che lei venisse al mondo, in un incidente. La sua era una numerosa famiglia contadina, antifascista e di sinistra. Fiera di esserlo, senza paura di pagare il prezzo. Come accaduto a Giacomina alle elementari, unica bimba a non ricevere l’ovetto pasquale perché l’unica senza il vestito nero fascista. Nel dopoguerra, la sua casa si è sempre riempita di uova di cioccolato.
Alla fine degli anni ’30 i Castagnetti si spostano, come tanti mezzadri. Finiscono a Castellazzo, nella campagna al confine tra Reggio e San Martino in Rio. Entrano nella rete del soccorso rosso per gli antifascisti, il loro casolare è un porto sicuro, e dopo l’armistizio diventa il rifugio di tanti partigiani, disertori, prigionieri scappati. È una delle case di latitanza in cui passano persone, rifornimenti, armi, messaggi. Lei gira con la sua bici, che i tedeschi proveranno pure a toglierle, osserva, si muove in una città occupata, rischiando tanto. Il 1 gennaio 1945 va ad aiutare Giglio Mazzi e Otello Montanari, feriti dai fascisti. Fa parte dei Gruppi di Liberazione della Donna e poi dell’Udi, l’Unione Donne Italiane. Finita la guerra, si batte per costruire i primi asili, per ottenere più diritti per le donne.
Il grande smacco, mai digerito, è di non poter votare per il referendum monarchia-repubblica. All’epoca la maggiore età era a 21 anni, nel giugno 1946 le mancavano pochi mesi. Ma da allora non ha mai mancato un giro alle urne.
Diventa consigliera comunale del Partito Comunista Italiano a San Martino in Rio, tra le prime donne in provincia. Continua a battersi per i diritti di tutte e tutti, nel 1948, dopo uno sciopero a Rubiera, viene arrestata e rimane in carcere diverse settimane. Durante l’occupazione delle Officine Reggiane si impegna per aiutare gli operai, e sarebbe dovuta essere lei, figlia della campagna, a guidare il trattore R60 durante una grande manifestazione. E’ la foto più celebre del periodo, quella mentre conduce il trattore.
Negli anni ’50, accetta un’altra sfida, tutto tranne che facile. Va in montagna a lavorare per il sindacato, la Cgil la manda in giro per borghi, paesi, a conoscere, a organizzare, a mobilitare. Una giovane donna sola in un luogo rurale, non è stato facile. A Castelnovo Monti conosce Onelio Coli, il futuro avvocato Coli. Si sposano e mettono radici a Castelnovo. Lei non molla mai, con la Cgil, con il partito, con l’Anpi, con l’Auser, entra in consiglio comunale e la sua casa diventa il riferimento per mezza montagna.
Lo è sempre stata, e quell’abitazione in via Dante aveva sempre le porte aperte. C’erano sempre un caffè, un sorriso, una chiacchiera, una partita a carte, dei fiori freschi. C’era Giacomina. E con lei tutto il mondo.
E c’erano le sue parole e la sua forza, quella che l’hanno resa una testimone unica. E, privilegio ancora più grande, una nostra meravigliosa, splendida amica. E sempre lo sarà.
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Così Marco Massari, sindaco di Reggio Emilia:
Nella Resistenza era stata Staffetta: aveva il compito, spesso difficile e rischioso, di tenere i collegamenti fra i diversi nuclei e brigate partigiane, di portare appunto ‘il testimone’, ovvero messaggi, informazioni, oggetti particolari. Nel nostro tempo, ha continuato a essere Staffetta, mantenendo senza sosta e con grande passione i ‘collegamenti’ tra la Resistenza e il mondo contemporaneo, negli incontri pubblici o trasmissioni televisive in cui veniva invitata a testimoniare, a raccontare.
E’ stata questo Giacomina Castagnetti, scomparsa a 98 anni nella sua Castelnovo Monti, dopo una vita piena, vissuta con forte spirito di autonomia e libertà, impegno civile, sindacale e politico, militanza per i diritti, e con un amore veramente grande per la propria famiglia, che aveva realizzato con il marito, avvocato Onelio Coli, conosciuto proprio a Castelnovo.
Proveniva da una famiglia antifascista e perseguitata della pianura, gestì a Reggio Emilia durante il fascismo e nella Resistenza la Casa di latitanza di Castellazzo. Toccò a Giacomina soccorrere Otello Montanari e Giglio Mazzi, partigiani feriti nello scontro a fuoco coi fascisti lungo la via Emilia Ospizio, che come Castellazzo era inserita nella zona operativa a Est della città.
Fece inoltre parte dei Gruppi di difesa della donna e dell’Udi e proprio con Giglio Mazzi, scomparso pochi giorni fa, è stata per lunghi anni Staffetta e Testimone insieme di un periodo storico vissuto in prima persona, con coraggio, in tanti incontri con i giovanissimi, ragazze e ragazzi a cui ha trasmesso il senso e i valori della sua esperienza nella lotta di Liberazione e nell’impegno politico e sociale che ha caratterizzato tutta la sua lunga vita. Al figlio Paolo, a tutti i famigliari e a quanti hanno incontrato e potuto conoscere Giacomina Castagnetti, il cordoglio mio personale e dell’Amministrazione comunale.
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La comunità di Castelnovo Monti è stata colpita nel profondo dalla scomparsa della Partigiana Giacomina Castagnetti, morta nel pomeriggio di domenica a 98 anni nella sua casa di Castelnovo, in via Dante: era ormai castelnovese di adozione, pur essendo nata a Roncolo di Quattro Castella, visto che vi si era trasferita in Appennino negli anni ’50.
Afferma il Sindaco Emanuele Ferrari: “Giacomina è stata ed è una Grande Anima. Sono persone che non ti abbandonano mai. Ci ha lasciato un sentiero scolpito in una vita da ogni suo passo, da ogni scelta: le pietre di questo cammino si chiamano antifascismo, libertà, giustizia, ospitalità e democrazia. Ci indica da sempre la strada da seguire, con la sua ferma mitezza, con la forza delle sue parole chiare e distinte, con la solidità del suo esempio. Ci mancherà non poterle ancora parlare, non poterla ascoltare. Ma il suo dialogo, la sua curiosità per il mondo che viene, la sua conversazione non si interrompe. Continua dentro ciascuno di noi, nel servizio di ogni cittadino autentico, nel senso di comunità che sapremo comunicare e trasmettere col lavoro di ogni giorno”.
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E’ con profondo dolore che SPI Cgil accoglie la notizia della scomparsa di Giacomina
Castagnetti, staffetta partigiana che si è spenta ieri pomeriggio, all’età di 98 anni.
Giacomina è stata una testimone determinante nella trasmissione della memoria per decine di migliaia di studenti. Il sindacato pensionati SPI CGIL la ricorda con riconoscenza, profonda stima e immenso affetto.
Protagonista della Resistenza e instancabile testimone con le scuole per tramandare i valori della Memoria, ha partecipato sempre con passione ad ogni iniziativa. La provincia reggiana perde con lei un altro pezzo di storia dopo la morte negli scorsi giorni del Partigiano Alì, al secolo Giglio Mazzi.
Giacomina è stata non soltanto una testimone determinante nella trasmissione della memoria, ma anche politica, sindacalista, attivista per i diritti delle donne.
Impegnata in prima fila nell’UDI (Unione Donne Italiane) per difendere i diritti femminili, partecipò a numerose battaglie sindacali e proteste per il lavoro negli anni Cinquanta a fianco degli operai e delle operaie delle Officine Reggiane durante la celebre occupazione.
Con il Sindacato pensionati Cgil, dagli anni Novanta ad oggi, ha collaborato alla realizzazione di moltissime iniziative anche all’interno delle scuole.
Era una delle testimoni più longeve e lucide d’Italia, e nel corso degli anni era stata
protagonista di tanti approfondimenti, programmi televisivi su reti nazionali, interviste e libri.
L’ultimo suo libro dal titolo “GIACOMINA, dalla Resistenza alla diretta online” è stato
promosso proprio da SPI CGIL insieme ad AUSER ed ISTORECO nel 2022 e presentato il 1°
maggio dello stesso anno al teatro di Castelnovo ne’ Monti, davanti a quattrocento persone.
“Uno dei pregi di questo libro – scrivono nella prefazione Matteo Alberini (Segretario prov.le SPI Cgil Reggio Emilia) e i presidenti provinciali di Auser e Istoreco, Vera Romiti e Arturo Bertoldi – è l’attualizzazione di eventi passati mostrando come fatti accaduti tempo addietro possano ripresentarsi, sotto altra luce, nella quotidianità di tutti noi, e come personaggi e dinamiche trascorsi possano fungere da “occhiali” per la comprensione del presente”.
Quando abbiamo proposto a Giacomina di scrivere questo ultimo libro, lei ci disse “Sfido tutti gli storici a mettere nei loro libri le emozioni che abbiamo vissuto durante quei terribili anni di guerra, di dittatura, di miseria nera. Può esserci una penna più fine o più grossa, ma non ci arriveranno nemmeno vicini. Ed è per questo che io ho deciso di raccontare”.
Orgogliosi di aver raccolto e dato voce alle tue testimonianze Giacomina.
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La scomparsa di Giacomina ci addolora terribilmente, lei che da sempre è stata un punto di riferimento ed esempio per tutti noi di quei valori fondamentali che la Resistenza e l’antifascismo ci hanno consegnato in eredità. Ed era proprio in questo che Giacomina eccelleva: nel trasmettere, indipendentemente dall’interlocutore, l’amore per quei concetti di uguaglianza, libertà e pace che hanno guidato tutta la sua esistenza. Saperla qui tra noi, sempre a disposizione, pronta a intervenire e rendersi protagonista della trasmissione della memoria come guida per le scelte del quotidiano, ci ha dato forza e coraggio, ci ha ispirato nel tentativo di raccogliere il suo testimone ideale. Sentiamo forte la responsabilità di continuare il suo operato, mantenendo vivo il ricordo di una persona straordinaria che ha dimostrato sempre un bisogno civile di esserci, di partecipare alla vita politica in tutte le sue forme e lo ha fatto fino all’ultimo quando si è recata ai seggi per votare alle ultime elezioni europee ed amministrative.
Nell’esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia e tutte le persone a lei care, la salutiamo e ringraziamo per tutto quello che è stata.
Così Paolo Ruffini per il Circolo del Partito Democratico della Zona Montana
I funerali si terranno domani, martedì 23 luglio, alle 9 nella chiesa della Pieve a Castelnovo Monti. Ad accompagnare la cerimonia ci sarà anche la Banda di Felina.