I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno dato esecuzione a provvedimenti di perquisizione e sequestro, adottati dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, su proposta della Procura Europea (EPPO) – Ufficio di Bologna.
Le attività hanno visto impegnati circa 20 militari appartenenti al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, unitamente a 1 unità cinofila con cane anti-valuta (cash-dog).
Il provvedimento di sequestro preventivo adottato dal Tribunale felsineo, finalizzato alla confisca del profitto di reato per un ammontare complessivo di euro 6.897.2121,98, consegue alle attività di indagine, condotte dai finanzieri del I Gruppo Bologna, sotto il coordinamento della Procura Europea (E.P.P.O.), e in collaborazione con i colleghi del Gruppo di Prato. I reati ipotizzati sono quelli di contrabbando, falsità ideologica, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Il sequestro in questione è il secondo attuato nell’ambito dello stesso procedimento penale. Il primo sequestro era avvenuto il 9 aprile 2024 nei confronti di una società di spedizione a cui era contestata l’evasione di IVA all’importazione di tessuti di fabbricazione cinese, attuata a seguito della fittizia attestazione del deposito della merce importata presso un deposito IVA sito in Bentivoglio (Bologna). Il primo sequestro preventivo era stato emesso per euro 7.320.445,18.
I successivi approfondimenti, si sono concentrati su un’attenta analisi di tutto il materiale sequestrato (oltre 40 apparati informatici tra pc. smartphones e tablet, estratti conto bancari, fatture e bollette doganali) e hanno consentito di portare alla luce le responsabilità in capo a 4 dei maggiori importatori delle merci, ponendo in evidenza il loro ruolo all’interno del sistema fraudolento relativo alla falsa attestazione di ingresso della merce nel deposito IVA, in tal modo evitando di pagare l’IVA dovuta al momento dell’importazione e che si contesta illecitamente non pagata anche nella successiva commercializzazione della merce da parte degli importatori. Come detto, il contesto delle indagini verte su di uno strutturato sistema di introduzione illegale sul territorio nazionale di merci di origine extracomunitaria, prevalentemente provenienti dalla Cina, con stoccaggio anche presso l’importante hub logistico dell’Interporto di Bologna Bentivoglio.
Gli elementi raccolti al termine della seconda fase delle indagini hanno così permesso al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, su proposta della Procura Europea (E.P.P.O) – Ufficio di Bologna di adottare i provvedimenti di sequestro anche nei confronti degli importatori, tutti di etnia cinese.
Allo stato, nell’indagine risultano attualmente indagate dieci persone fisiche e, ai sensi della legge 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti, cinque persone giuridiche.
La merce irregolarmente importata, consistente perlopiù in stoffe grezze, utilizzate per il confezionamento di capi d’abbigliamento, ammonta a 13.620 tonnellate, per un valore di circa 63.106.256 di euro; l’evasione di IVA all’importazione riscontrata è calcolata in euro 13.085.405,41.