I Carabinieri della Stazione di Granarolo dell’Emilia, nel corso della mattinata di giovedì 18 gennaio, hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Bologna un 43enne italiano, residente in provincia di Bologna, incensurato, accusato del reato di rapina impropria e furto in abitazione. L’attività che ha portato al deferimento dell’uomo nasce da una perquisizione domiciliare delegata dalla Procura della Repubblica di Bologna, interpellata dai militari della Stazione di Granarolo dell’Emila, in merito ad una serie di “banali” furti in abitazione, il primo verificatosi verso la metà dello scorso mese di settembre.
Nella circostanza, un 63enne del posto, si è rivolto ai militari della stazione di via San Donato, raccontando loro di essere vittima di alcuni furti presso la sua abitazione: il primo relativo ad alcuni campanelli wireless (settembre 2023), mentre il secondo riguardante un paio di cartelli pubblicitari riconducibili all’azienda agricola della figlia. In quell’occasione, gli erano stati rubati anche degli ortaggi dall’interno del terreno (dicembre 2023). L’ultimo episodio, quello verificatosi la notte del 31 dicembre scorso, il 63enne, verso le 2:00, ha sorpreso fuori dalla sua abitazione, il 43enne nel momento in cui quest’ultimo stava sottraendo alcuni campanelli wireless, i quali nel frattempo hanno continuavano a suonare pur essendo stati già occultati all’interno delle sue tasche. Scoperto, il 43enne si è frettolosamente allontanato per le vie limitrofe all’abitazione, cercando così di far perdere le proprie tracce. Immediatamente rincorso, il 63enne lo ha raggiunto e bloccarlo. Nella circostanza, il 43enne, per liberarsi, ha spintonato il pensionato facendolo cadere per terra, per poi proseguire velocemente la sua fuga, portandosi con sé la refurtiva.
Durante queste fasi, la vittima ha riconosciuto sembra ombra di dubbio l’uomo, ex collega di lavoro, nonché attuale vicino di casa. Le operazioni di perquisizione hanno dato in un primo momento esito negativo, per poi concludersi con l’ammissione delle responsabilità dell’uomo, il quale in seguito ha ceduto ed ha indicato ai militari anche il luogo dove aveva nascosto la refurtiva, la quale è stata riconosciuta e restituita al proprietario. Il 43enne, interrogato dai militari, ha ammesso di essersi comportato in quel modo, nei confronti del suo vicino di casa, con il quale aveva in passato lavorato insieme, in quanto lo ha sempre ritenuto responsabile di aver contribuito al suo licenziamento avvento invece verosimilmente per questioni caratteriali e comportamentali dell’uomo.