Un gruppo di 13 studenti e studentesse Unimore è partito per un’esperienza unica in Costa Rica, dove parteciperanno alla “Field School – Costa Rica 2024”, alla sua terza edizione.
In particolare i/le partecipanti coinvolti/e appartengono ai corsi di Lauree Triennali in Scienze Naturali e in Scienze Biologiche e alle Lauree Magistrali in Bioscienze e in Didattica e Comunicazione delle Scienze, a sottolineare la stretta collaborazione attiva da tempo tra il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche ed il Dipartimento di Scienze della Vita.
Gli studenti, partiti martedì16 gennaio, rimarranno per un mese in Costa Rica dove potranno scoprire alcune tra le variegatissime realtà naturali guidati dagli studiosi Unimore Matteo Dal Zotto, Luca Lombroso e Dario Sonetti ed alcuni membri dell’associazione modenese “Foreste per Sempre ODV”.
La Field School consisterà in lezioni interattive su metodi di indagine in vari settori delle scienze naturali, con particolare focus su fauna e flora, meteorologia tropicale e cambiamenti climatici, ed applicazioni su campo.
L’iniziativa si svolgerà principalmente nella Riserva Karen Mogensen, un’area protetta di circa 1000 ettari, gestita dalla locale associazione conservazionistica Asepaleco, in cui sono state recentemente condotte e sono tuttora in fase di svolgimento diverse indagini, principalmente nei settori zoologico, botanico e meteorologico.
Questi studi sono dipesi in gran parte dalla creazione della Stazione di ricerca “Italia Costa Rica”, realizzata anche grazie a fondi raccolti da Foreste per Sempre e patrocinata da Unimore col preciso scopo di studiare la biodiversità tropicale e gli effetti che i cambiamenti ambientali e climatici possono generare su di essa. Da oltre 6 anni una stazione meteorologica e una webcam inviano dati all’Osservatorio Geofisico di Unimore, fornendo indicazioni sulla variabilità meteoclimatica dell’area.
“La Stazione biologica meteoclimatica “Italia Costa Rica” nella Riserva Karen Mogensen – riportano il prof. Dario Sonetti, Direttore scientifico di questa struttura e il dott. Matteo Dal Zotto, co-organizzatore e promotore della Field School all’interno dei Corsi di Laurea in Scienze Naturali e Scienze Biologiche – sarà una sede privilegiata per l’attuazione di quest’iniziativa per studenti Unimore, che avranno l’opportunità unica di vivere totalmente a contatto con una delle più ricche realtà di biodiversità tropicale quanto di solito sono obbligati ad apprendere solo sui libri. Si tratta di un’esperienza formativa che, per chi studia queste discipline, dovrebbe essere imprescindibile. Come già avvenuto per altri studenti che hanno lavorato in quest’area per le loro tesi di laurea, torneranno in Italia con un background conoscitivo e professionale che contribuirà senz’altro in modo proficuo al loro futuro lavorativo e di vita”.
“La Field School – commenta poi Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico del DIEF Unimore – sarà anche un’occasione per mostrare agli studenti, grazie ad anni di dati fin qui raccolti, i fondamenti della meteorologia e climatologia tropicale. Si focalizzerà l’attenzione in particolare sull’episodio de El Niño in corso che ha contribuito a rendere il 2023 l’anno più caldo in assoluto a livello globale, nonché sul “Papagayo Jet”, un forte vento originato dall’interazione degli alisei con le alte catene montuose di Costa Rica, che soffia nel settore pacifico del nord del paese. Questo vento è strettamente legato alla biodiversità oceanica, in quanto gioca un ruolo fondamentale nell’abbassare la temperatura superficiale del mare e sul trasporto di nutrienti, ben visibile nelle immagini satellitari lungo il percorso del getto.
Secondo le ultime ricerche, la “cella di Hadley” che regola la circolazione ai tropici, ma è connessa anche al tempo alle medie latitudini, si è allargata di circa 2-4 gradi di latitudine. Se questa tendenza continua, potrebbe avere un importante impatto sociale, ma anche cambiamenti ecologici e alterazioni della biodiversità”.
Nel corso della Field School gli studenti potranno inoltre visitare altre aree protette di Costa Rica: dalla Riserva Naturale Assoluta di Cabo Blanco, lembo incontaminato di litorale e foresta sull’Oceano Pacifico, al Parco Nazionale Palo Verde, con aree umide e la foce del principale fiume del paese, al Parco Nazionale Volcán Tenorio e al Parco Nazionale Miravalles, caratterizzati dalla suggestiva foresta nebbiosa, che raggiunge quasi i 2000 metri di altitudine e in cui vivono, tra gli altri, giaguaro e tapiro di Baird, fino alla costa caraibica con i Parchi Nazionali del Tortuguero, piccola Amazzonia costaricense, e di Cahuita, nato per proteggere la principale barriera corallina del Paese.
I partecipanti avranno modo di conoscere il personale locale dei parchi e delle aree protette, scoprendo ulteriori attività di ricerca condotte in habitat rappresentativi di una piccola parte della ricchezza naturale di quello che viene ritenuto il paese con la più elevata densità di biodiversità a livello mondiale.
“Il successo dell’iniziativa – afferma la prof.ssa Annalisa Ferretti, Presidente del Consiglio di Interclasse in Scienze Naturali e in Didattica e Comunicazione delle Scienze – conferma che l’attività sul terreno è un momento formativo indispensabile per un naturalista, e in questo caso ancora più eccitante poiché svolta all’interno di un’area protetta che ha già fornito preziose informazioni alla comunità scientifica. In questo modo i nostri ragazzi potranno confrontarsi con tematiche attuali quali il monitoraggio della biodiversità tropicale, le dinamiche del sistema climatico attuale e gli effetti del suo cambiamento. Alcuni di loro tradurranno questa esperienza in progetti di Tesi, a testimoniare la stretta sinergia esistente tra Didattica e Ricerca all’interno di Unimore”.
“Si tratta di un’opportunità di straordinario interesse per i nostri studenti, una realtà che nasce dall’iniziativa e dall’esperienza dell’Ateneo – aggiunge la prof.ssa Annamaria Mercuri, Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Bioscienze – e che conferma la grande sensibilità e competenza in tema di biodiversità floristica e animale dei docenti. In questi tempi di trasformazioni rapide degli ecosistemi e necessità di mitigare l’impatto antropico sull’ambiente, la Field School, che nasce dalla cooperazione tra i Dipartimenti che affrontano queste tematiche nei loro corsi di studio, Scienze Chimiche e Geologiche e Scienze della Vita, porta gli studenti a incontrare un esempio eccezionale di diversità di specie, le relazioni in un ambiente tropicale e la stretta relazione tra le dinamiche ecosistemiche e la risposta al cambiamento climatico in atto”.
“La Field School Costa Rica rappresenterà una straordinaria opportunità per gli studenti di Scienze Biologiche – conclude il prof. Vincenzo Zappavigna, Presidente del Corso di Laurea in Scienze Biologiche – per fare esperienza in prima persona, sul campo, nei settori della biologia ambientale e della conservazione della biodiversità. Un’opportunità di crescita non solo professionale, ma anche personale. Infatti, secondo le testimonianze di chi vi ha partecipato negli anni passati, si tratta di un’esperienza unica che lascerà un’impronta duratura sulle loro vite personali e professionali, qualsiasi sia l’ambito della biologia nel quale gli studenti andranno ad operare nella loro futura carriera”.
La Field School in Costa Rica verrà riconosciuta nell’ambito del tirocinio universitario, in base a una convenzione attiva tra l’associazione Foreste per Sempre e Unimore. È possibile seguire il diario dell’iniziativa sul profilo Instagram @s4edu