«Abbiamo già segnalato a più riprese i ritardi e i problemi legati ai ritiri degli pneumatici fuori uso». Daniele Michelini, presidente categoria autoriparatori Lapam Confartigianato, pone nuovamente l’accento sul problema della raccolta e dello smaltimento degli pneumatici fuori uso (PFU). I numerosi appelli lanciati dall’associazione, ripresi anche dalla trasmissione Report di RAI 3, vogliono accendere nuovamente i riflettori su un tema molto caldo per gli addetti ai lavori della categoria, ribadito dalle testimonianze delle imprese associate Lapam intervistate (Mondial gomme, Reggiani Gomme, Autofficina Tarozzi) e dai consorzi di raccolta come Ecopneus.
Gli pneumatici fuori uso (PFU) sono un rifiuto a tutti gli effetti e sono destinati allo smaltimento e a un eventuale futuro recupero e sono da classificarsi rifiuti speciali. «Crediamo che una soluzione valida – conclude Michelini – sia quella di un sistema di tracciamento degli pneumatici fuori uso realmente efficace e di un impianto sanzionatorio che punisca chi non applica il contributo ambientale previsto dalla legge per il corretto smaltimento dei PFU esausti. Come evidenziano i dati dell’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia registriamo 12 milioni di euro di contributo ambientale evasi. Dobbiamo contrastare con forza la concorrenza sleale dei rivenditori online e chi importa illegalmente pneumatici in Italia». Lapam Confartigianato ricorda che nello stoccaggio dei PFU, il gommista può raggruppare gli pneumatici in un deposito temporaneo conservandoli per massimo 90 giorni prima di smaltirli. In alternativa al criterio temporale, può decidere di smaltirli quando il quantitativo di rifiuti supera i 30 metri cubi, con almeno uno smaltimento all’anno.