«La tragedia avvenuta nell’area romagnola non fa che confermare l’allarme per i devastanti effetti di un cambiamento climatico già in atto. Siamo vicini alle famiglie e alle imprese travolte dall’acqua. Purtroppo ci troviamo di fronte all’ennesima catastrofe capitata sul nostro suolo che dimostra come gli interventi da fare siano necessari e non più procrastinabili».

Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, esprime massima solidarietà verso i territori colpiti dalla tremenda alluvione, ma coglie l’occasione anche per ribadire come siano necessari investimenti in termini di prevenzione anche per l’area modenese. Come dimostra un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato, il 41,3% della superficie della provincia di Modena è a rischio medio di alluvione e il 6,1% è a rischio elevato. Ciò significa che il 53,3% della popolazione modenese risiede in aree con una probabilità “media” di eventi alluvionali, mentre il 3,1% in aree a elevata probabilità. In uno scenario di media gravità il rischio coinvolge 150mila famiglie modenesi, 71mila edifici e oltre 26mila imprese, la cui operatività su questi territori può essere compromessa da un giorno all’altro, con danni a locali e magazzini. Nel caso di eventi estremi sono a rischio 8.500 famiglie, che risiedono in aree a elevata probabilità di allagamento.
Per quanto riguarda gli eventi franosi, invece, il 13,5% della superficie di Modena (si tratta in particolare dell’area dell’Appennino) è a rischio elevato e molto elevato. In uno scenario di gravità elevata e molto elevata, il rischio coinvolge oltre 11mila persone e quasi mille imprese (976 per l’esattezza).
A livello regionale, l’Emilia-Romagna è prima in Italia per pericolosità idraulica media (è a rischio il 60,9% del totale delle imprese), e terza per numerosità di imprese a rischio elevato e molto elevato di frane, dietro a Toscana e Campania. Nonostante ciò, la diffusione della percezione di rischio tra gli emiliano-romagnoli, per quanto in aumento del 7,7% rispetto al 2012, si attesta al di sotto della media nazionale fermandosi al 69,8% e posizionando l’Emilia-Romagna al 14esimo posto tra le altre regioni italiane.
Dall’indagine emerge come, a livello nazionale, meno della metà degli individui (precisamente il 48%) ha ammesso di aver intrapreso azioni personali negli ultimi sei mesi per combattere il cambiamento climatico.

«Sensibilizzare e investire per prevenire – conclude Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato –. Questi sono i due aspetti principali su cui bisogna immediatamente intervenire. In Italia, come evidenziano i dati del nostro ufficio studi, ognuno di noi ha dovuto sborsare in media 1.581 euro come perdite economiche causate da eventi estremi connessi al cambiamento climatico. Non possiamo attendere ancora nel realizzare investimenti. Sono certo che la Romagna saprà rialzarsi, come anche noi abbiamo già fatto in passato: basti pensare all’alluvione del nostro territorio nel 2020 e nel 2014 o, prima ancora, il terribile sisma del 2012, dove gli stessi romagnoli si sono mossi in prima persona per offrirci un aiuto concreto. Auspico che questa calamità possa far riflettere chi di dovere per investire nella prevenzione, cosicché in futuro si possano evitare danni di questa portata».
Lapam Confartigianato si unisce al coro di solidarietà verso chi ha visto perdere tutto a causa dell’acqua, diffondendo il conto corrente per le donazioni a favore dei territori colpiti dall’alluvione.

Il conto corrente è il seguente:
CONFARTIGIANATO IMPRESE EMILIA ROMAGNA – ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA 2023
IT28R0623002411000030538939