Sensori indossabili per identificare pazienti a rischio, gemelli digitali per gestire osteoporosi e artrosi, analisi del rischio di frattura in pazienti con tumori ossei, stampa 3D personalizzata per il riallineamento del ginocchio, e prevenzione delle ulcere nei pazienti con piede diabetico: sono i temi su cui l’Istituto Ortopedico Rizzoli lavorerà per quattro anni nell’ambito del progetto DARE, presentato dall’Università di Bologna che ne è coordinatore e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con i fondi nazionali del Piano Nazionale Complementare al PNRR.
Obiettivo di DARE è sviluppare servizi digitali da applicare in ambito di prevenzione sanitaria, integrando quindi nei programmi di cura diverse tecnologie digitali, quali le immagini diagnostiche, l’Intelligenza Artificiale, i Big Data e i supercalcolatori. I nuovi servizi digitali realizzati nell’ambito del progetto puntano alla prevenzione e alla promozione della salute e della sicurezza sanitaria per tutto il Paese.
“Il Rizzoli guida 6 progetti per un valore di 4,2 milioni di euro – spiega l’Ing. Alberto Leardini, direttore del laboratorio di analisi del movimento e valutazione funzionale protesi, che dei progetti di prevenzione secondaria e terziaria di DARE è uno dei tre ricercatori principali (principal investigator nel linguaggio scientifico) nazionali e referente istituzionale. – Il tratto distintivo dell’impegno del Rizzoli in questa imponente iniziativa scientifica è la raccolta e l’utilizzo di dati per prevedere e prevenire rischi di salute in ambito ortopedico. Uno dei progetti, ad esempio, intende realizzare e testare dei sensori indossabili, semplici e poco costosi, che diffusi nei centri specialistici sul territorio nazionale permettono di raccogliere dati per effettuare valutazioni di mobilità identificando così i pazienti a rischio in fase precoce, tutto questo con strumenti di facile utilizzo che possono essere messi a disposizione delle strutture sanitarie in maniera capillare, rendendo così il primo controllo il più possibile vicino al paziente”.
Al prof. Marco Viceconti, direttore del laboratorio di tecnologia medica del Rizzoli, è affidato come principale ricercatore il coordinamento delle attività del progetto DARE sulla implementazione dei servizi tecnologici quali le infrastrutture e i supersoftware; sono questi gli strumenti alla base dell’analisi dei dati che consente la prevenzione personalizzata: su misura del singolo individuo ma disponibile per milioni di persone nella visione del progetto.
“Il progetto DARE mette in luce il ruolo del Rizzoli come IRCCS, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, di riferimento per le prospettive più innovative della medicina personalizzata – commenta la direttrice scientifica del Rizzoli Milena Fini. – Lavoriamo ogni giorno in clinica e in laboratorio per migliorare la qualità delle cure che riusciamo a offrire ai pazienti e questa è un’occasione straordinaria per esprimere il potenziale dei nostri team di ricerca.”