Centinaia di partecipanti, riflessioni su anni complessi in cui l’attività non si è mai fermata e anzi ha trovato il modo di dare risposte adeguate all’emergenza, momenti di commozione negli omaggi a storici volontari. È stata una giornata intensa e piacevole quella organizzata sabato 3 dicembre dall’AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) comunale di Reggio Emilia al teatro Ariosto nel centro cittadino. Si parla di una delle principali realtà reggiane in ambito sanitario, fondamentale nella catena delle donazioni di sangue, nella gestione congiunta della Casa del Dono di via Clementi così come in tanti servizi sanitari e nell’attività di sensibilizzazione portata avanti nelle scuole.
La risposta di pubblico e autorità conferma questa rilevanza. Nel pomeriggio del 3 dicembre al teatro Ariosto erano presenti centinaia di persone, fra ospiti e volontari. La cerimonia si è apertura con il saluto del presidente dell’associazione Ottavio Perrini, che ha coordinato poi il momento di premiazioni e omaggi ad alcune storiche figure dell’Avis reggiana. Prima è stato consegnato un riconoscimento al volontario Sergio Basenghi, a seguire è arrivato il momento delle commemorazioni ai donatori defunti, con la consegna ai parenti della medaglia d’oro con smeraldo in memoria di Francesco Borghi e della medaglia d’oro in memoria di Marco Neroni. La medaglia d’oro con smeraldo si riceve dopo 40 anni di iscrizione all’Avis e almeno 80 donazioni o al traguardo delle 100 donazioni, la medaglia d’oro con rubino viene assegnata dopo 30 anni d’iscrizione all’Avis e almeno donazioni o al compimento di 75 donazioni.
Conclusa questa doverosa fase iniziale, primo simbolo dell’impegno collettivo di Avis, hanno preso la parola le autorità locali, con gli interventi del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e quello della consigliera regionale reggiana Ottavia Soncini, presidente della Commissione Politiche per la salute e politiche sociali della Regione Emilia-Romagna. Fra le riflessioni di Vecchi e quelle della Soncini, sono state consegnate ai volontari presenti in sala le medaglie d’oro con diamante e quelle d’oro con smeraldo. Il tributo con smeraldo arriva dopo 40 anni di iscrizione all’Avis e almeno 80 donazioni o al traguardo delle 100 donazioni. La medaglia d’oro con diamante si consegna alla cessazione dell’attività di donazione per raggiunti limiti di età o per motivi di salute e con almeno 120 donazioni fatte. Dopo le parole della Soncini, le premiazioni sono proseguite con l’attribuzione delle medaglie d’oro con rubino, assegnate dopo 30 anni d’iscrizione all’Avis e almeno 60 donazioni o al compimento di 75 donazioni.
A quel punto, è salito sul palco uno dei principali riferimenti sanitari provinciali per la donazione di sangue, il direttore del presidio operativo ospedaliero dell’Azienda Usl di Reggio Emilia Antonio Di Mare. Al termine del suo intervento, ha lasciato il posto al presidente dell’Avis Regionale dell’Emilia-Romagna Maurizio Pirazzoli, che ha affiancato i referenti reggiani nella consegna ai volontari premiati delle medaglie d’oro, assegnate dopo 20 anni d’iscrizione all’Avis e almeno 40 donazioni oppure al compimento delle 50 donazioni effettuate.
Il lungo pomeriggio è poi continuato con Vincenzo Saturni, medico e scrittore, autore del volume “Avis nel sistema trasfusionale italiano”, un’approfondita analisi del ruolo e delle prospettive della principale associazione di dono all’interno di una delle reti sanitarie più importanti. Il congedo dal teatro Ariosto è stato affidato alla bella esibizione musicale del trio formato dal mezzo soprano Svitlana Melnyk, dal soprano Anna Maisuradze e dal pianista Nicola Fratti. Le due cantanti sono cittadine ucraine ospitate a Reggio dall’inizio della guerra. Nella nostra città hanno potuto continuare la loro attività artistica nelle strutture culturali locali e sabato, assieme a Fratti, hanno interpretato alcuni grandi classici di Offenbach, Cilea, Bizet e Bernstein, oltre alla celebre Ave Maria di Bach e a una canzone popolare ucraina scelta come ultimo brano.
La giornata si è conclusa a tavolo, con la cena organizzata nei vasti e accoglienti spazi della Cantina di Albinea-Canali a Canali, con centinaia di commensali.