Confartigianato Lapam Moda e CNA Federmoda hanno inviato una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, per manifestare il fermo dissenso rispetto alla decisione di modificare i criteri di ammissibilità al credito d’imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo legate al design e all’ideazione estetica.
A inasprire ancor più la già gravosa situazione delle imprese del comparto moda, è arrivata la nuova interpretazione da parte dell’Agenzia delle Entrate dello scorso 26 luglio, avvallata dal MiSE, che prevede la restituzione, entro il 30 settembre, delle agevolazioni ricevute. Tale interpretazione sconvolge improvvisamente la norma e, richiedendo retroattivamente l’agevolazione concessa, pone le imprese in una situazione di maggiore difficoltà. CNA Federmoda e Confartigianato Lapam Moda hanno quindi deciso di rappresentare l’incongruenza di tale decisione, una decisione che non tiene conto della situazione in cui versano le filiere della moda sia per il caro energia che per l’assenza di commesse provenienti da Russia ed Ucraina, storici mercati dell’export del fashion italiano.
“Le piccole imprese della moda sono a rischio anche nella nostra provincia – sottolinea Roberto Guaitoli, Presidente Confartigianato Lapam Moda – chiedere indietro le agevolazioni del 2020 entro fine settembre è assurdo e porta le piccole imprese sull’orlo del baratro. Invece di sostenere chi resta sul mercato tra difficoltà crescenti (i costi dell’energia sono solo l’ultima tegola), viene rivista in senso restrittivo l’interpretazione della legge del 2020 che finanzia con un credito d’imposta gli investimenti innovativi in ricerca e sviluppo nella moda e, addirittura, farlo in modo retroattivo, chiedendo indietro quegli sgravi. Questo significa mettere le imprese in ginocchio”.
“Una vera presa in giro – commenta Gloria Trevisani, presidente di Federmoda CNA Modena – E’ necessario un pronunciamento rapido che confermi la validità di tali indicazioni, almeno sino al 31 dicembre 2019, così da rassicurare le imprese che si sono allineate a queste prescrizioni ed evitare di incorrere in contestazioni oggettivamente immotivate. Non dobbiamo dimenticare che questa assurda decisione avviene in un momento difficilissimo per i distretti di settore e quello di Carpi non fa certo eccezione. Anzi, non potendo contare su provvedimenti specifici, la modifica ai ciriteri di accesso al credito d’imposta per la ricerca e sviluppo rappresenta una vera e propria ingiustizia”.