foto: Roberto Brancolini

Intervengono 24 ore su 24, tutti i giorni, per garantire un’assistenza medica tempestiva ed efficace in caso di urgenze che coinvolgano persone in condizione critica, dentro e fuori gli ospedali. Sono i MET (Medici Emergenza Territoriale), équipe di medici specializzati che operano a stretto contatto con il 118 e il pronto soccorso.

Molti di loro operano in regime di convenzione con le Ausl: per valorizzare loro professionalità la Regione Emilia-Romagna ha dato il via libera ad un’intesa con i sindacati che li rappresentano: FIMMG, SNAMI e Federazione CISL Medici. L’accordo rientra nel più complessivo impegno di riorganizzare i servizi di emergenza-urgenza. L’intesa avrà valore fino alla fine del 2024.

L’accordo nasce dalla considerazione che il ruolo del medico a rapporto convenzionale nel settore dell’Emergenza Sanitaria Territoriale ha necessità di essere sempre più coerente con le esigenze del contesto sanitario, professionale ed organizzativo. Tali medici, infatti, hanno contribuito al mantenimento dei servizi integrandosi con il personale dipendente che opera nei DEA (Dipartimenti di emergenza), nei pronto soccorso, nei servizi di emergenza territoriali.

I principali contenuti dell’accordo

L’intesa prevede incentivi economici per i medici disponibili a operare nell’ambito dei servizi di emergenza sanitaria territoriale, contribuendo quindi a trovare una risposta alla carenza di personale, nonché a coloro che accetteranno di farsi carico di compiti aggiuntivi. L’orario previsto è di 38 ore settimanali, ma è possibile prevedere anche incarichi di 12, 18 o 24 ore a settimana. I MET potranno decidere di operare all’interno dei servizi di pronto soccorso e nei punti di primo Intervento, dando una disponibilità oraria che non potrà essere inferiore al 30% dell’orario convenzionale settimanale e non superiore al 50% e ricevendo un adeguato periodo di formazione specifica. Formazione prevista altresì per tutti i medici convenzionati di nuovo inserimento.

Grazie all’accordo i medici di emergenza territoriale con più di dieci anni di esperienza saranno ulteriormente valorizzati economicamente, riconoscendo così l’esperienza maturata nel servizio di emergenza territoriale in regime di convenzione: in questo modo si valorizza la competenza professionale maturata e si favorisce la permanenza nei servizi dei medici con molta esperienza.

Inoltre, la Ausl potrà attribuire loro incarichi di particolare impegno professionale. Le dottoresse di emergenza territoriale in stato di gravidanza saranno ricollocate in funzioni nelle quali non siano esposte a rischi, lavori notturni o su mezzi mobili, così come sarà favorito il tempo per l’allattamento fino al primo anno di vita del bambino.

 

I 5 accordi stipulati dalla Regione

Con questo accordo la Regione chiude il cerchio di una intensa attività per l’organizzazione dei servizi sanitari che in appena tre mesi l’ha portata a concludere diversi accordi: prima dell’intesa con i medici di emergenza territoriale si sono infatti stipulati accordi con i medici del pronto soccorso, con il Privato Accreditato per la riduzione delle liste di attesa, con i medici di medicina generale per contrastare la carenza di personale e garantire continuità dell’assistenza a domicilio. Si sta inoltre perfezionando un’intesa con i medici di medicina generale per dare corso alla campagna vaccinale dell’autunno.

Con questi accordi si sono ribaditi i valori fondanti della sanità pubblica e universalistica, cercando un rapporto con il privato accreditato basato sugli standard qualitativi che consentano alla Regione di rispondere alle sfide più attuali come la carenza medici, la difficoltà nel reperire medici specialisti per i pronto soccorso, lo sforzo sostenuto per rispondere alla pandemia sanitaria.

Ulteriori assunzioni per rafforzare la rete assistenziale dell’Emergenza-Urgenza

Potenziamento degli organici attraverso un più largo impiego delle nuove tipologie contrattuali introdotte per il reclutamento del personale medico, con la possibilità di assumere gli specializzandi iscritti agli ultimi due anni di corso. Maggiore ricorso alle prestazioni aggiuntive in regime di libera professione intramoenia su base volontaria, da parte dei professionisti regolarmente assunti per coprire turni notturni e festivi. Questi i principali punti della proposta di nuovo accordo, il cui costo a regime è stimato sui 10 milioni di euro all’anno, tra Regione e Organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria Cgil, Cisl, Uil, Anaoo, Cimo, Aroi, Anpo, Fesmed, Fvm, e Fassid-Sinafo, per il rafforzamento del personale e del servizio sanitario pubblico, in particolare dell’area Emergenza-Urgenza a partire dai Pronto soccorso. Inoltre, l’accordo prevede l’impegno da parte delle Aziende di rivedere, attraverso il confronto con le organizzazioni sindacali aziendali, il sistema degli incentivi economici e valorizzazione delle carriere per rendere più attrattivi gli incarichi di responsabilità all’interno delle strutture sanitarie pubbliche e contrastare la fuga di medici e infermieri dai posti di lavoro più disagiati. E ancora, la sperimentazione di ambulatori a bassa complessità gestiti da medici di continuità assistenziale con l’apporto di medici e specializzandi in medicina generale, per gestire al meglio da un punto di vista organizzativo, i casi meno urgenti.

Valorizzazione dell’assistenza domiciliare

Per valorizzare il lavoro delle Usca, le squadre speciali di medici e infermieri impegnate fin dal marzo 2020 in prima linea nella lotta contro il Covid, la Regione ha deciso di prorogare l’esperienza del lavoro in team multidisciplinare per garantire continuità dell’assistenza a domicilio e presso la rete delle Residenze anziani e disabili in sinergia con i Medici di Medicina Generale, fino al 31 dicembre 2022.

Il recupero delle liste d’attesa

La Regione Emilia-Romagna ha rinnovato fino al 30 giugno 2023 l’intesa con il privato accreditato per il recupero delle liste d’attesa. Il via libera è arrivato dalla Giunta regionale che ha siglato un apposito protocollo d’intesa.

Le risorse a disposizione ammontano a 7.976.711 euro stanziati dal Ministero della Salute, dai 150 milioni di euro assegnati alle Regioni col vincolo di essere utilizzati solo per il recupero delle liste d’attesa, fondi che saranno poi suddivisi per Aziende Usl. A questi si aggiungono 7milioni di euro di risorse regionali, l’importo annuale stanziato dal 2020 dopo l’intesa per affrontare insieme la pandemia.

Più pazienti e risorse e meno burocrazia per i medici di medicina generale

Alleggerimento della burocrazia, maggiori risorse e aumento dei massimali dei pazienti in carico, spazio ai medici in formazione. Ma anche supporto al lavoro dei medici di famiglia tramite infermieri e collaboratori di studio. Questi i principali punti di un accordo sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna con FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani), SMI (Sindacato Medici Italiani) e Federazione CISL Medici per individuare misure straordinarie per uscire dall’emergenza acuita dalla pandemia e al tempo stesso sperimentare soluzioni che potrebbero rivelarsi efficaci anche in futuro.

L’accordo vale fino al 30 giugno 2023 con l’impegno entro il 31 ottobre di tornare a discuterne e prevedere ulteriori sviluppi.