Il 19 luglio 2022 la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un provvedimento di Fermo di Indiziato di Delitto, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna nei confronti di tre soggetti di nazionalità albanese di 26 e 27 anni, specializzati nella commissione seriale di furti in appartamento, mediante effrazione degli infissi con l’utilizzo di utensileria da cantiere. I reati contestati nel provvedimento, si riferiscono a furti commessi dal gruppo nei primi dieci giorni del mese di luglio nell’hinterland bolognese, ma anche nella provincia di Modena.
L’attività della Squadra Mobile, coordinata dalla locale Procura della Repubblica nella persona del Sostituto Procuratore dott. Antonio Gustapane, ha permesso di ricostruire dieci episodi criminosi avvenuti nei Comuni di Malalbergo, Ozzano dell’Emilia (3), Castello d’Argile, Medicina (2), Castel San Pietro Terme, Castelfranco Emilia e Vignola. In una occasione, i fermati si sono anche resi responsabili del reato di maltrattamento di animali, in quanto, con crudeltà, colpivano con una mazza un cane di razza San Bernardo del proprietario della casa in cui stavano tentando di introdursi. Il bottino, non quantificato, era costituito prevalentemente da orologi ed oggetti in oro, ma anche di portafogli contenenti poche centinaia di euro o oggetti di minor valore.
Il sodalizio criminale agiva in base ad un modus operandi standardizzato basico: il gruppo disponeva di alcune autovetture che parcheggiavano in zone secondo loro strategiche e che raggiungevano a piedi dopo aver parcheggiato l’autovettura “pulita” a distanza. Le autovetture utilizzate per i raid serali, venivano allestite con targhe appena rubate da altre autovetture (da qui l’accusa anche per ricettazione), quindi raggiungevano, percorrendo stradine di campagna spesso a velocità molto elevate, le località che ritenevano di dover prendere di mira. Giunti sul posto, facendo leva sulla prestanza fisica (due di loro erano oltre i 190 cm) e l’agilità, si introducevano negli appartamenti individuati mediante la violenta effrazione delle inferiate, ma anche della porta blindata, quindi razziando il contenuto di valore che riuscivano ad individuare.
L’attività investigativa, svolta utilizzando sistemi di indagine tradizionali sul territorio uniti all’utilizzo delle nuove tecnologie disponibili, ha permesso di individuare e dare un nome ai tre predetti soggetti ed a raccogliere una serie di fonti di prova nei loro confronti che sono state trasmesse alla Procura.
Il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Bologna, sposando appieno la tesi investigativa, attesa la frenetica attività intrapresa dal trio e l’imminente pericolo che costituiva la loro condotta, soprattutto in relazione alle elevate velocità durante gli spostamenti, ma anche in relazione al fatto che i tre, irregolari sul territorio nazionale potevano facilmente sottrarsi alla cattura raggiungendo velocemente il loro paese d’origine, riteneva di dover emettere nei loro confronti il provvedimento di Fermo di Indiziato di Delitto che si è provveduto ad eseguire.
I tre venivano rintracciati, uno presso la sua abitazione già conosciuta agli operatori e due presso un B&B cittadino; questi ultimi due, mentre si cercava di accedere all’interno dell’alloggio, tentavano di darsi alla fuga utilizzando un Velux posto sul tetto, ma il tentativo veniva immediatamente interrotto dall’intervento del personale che, avendo preventivamente studiato la struttura, si era posizionato proprio in prossimità dell’apertura.
Durante l’esecuzione del fermo, il personale della Squadra Mobile aveva modo di rintracciare e sequestrare l’autovettura con targa originale spagnola ad elevate prestazioni sportive (trazione integrale e 260 cv) utilizzata per gli sposamenti, l’abbigliamento utilizzato per commettere i furti e facilmente riconosciuto mentre era indossato dagli autori del furto ripresi da telecamere di video-sorveglianza, nonché alcuni oggetti di valore e denaro in contante. Venivano altresì rinvenute alcune ricevute attestanti il recente invio all’estero di denaro contante, evidentemente frutto della vendita dei gioielli trafugati.
Uno dei tre soggetti fermati, inoltre, essendo stato espulso dal territorio nazionale mediante accompagnamento alla frontiera nell’anno 2019, veniva denunciato per il reato di cui all’art.13 co.13 del Testo Unico sull’Immigrazione.
Al termine delle procedure di rito, i tre venivano associati alla locale Casa Circondariale di Bologna, in attesa dell’Udienza di convalida che si è conclusa con l’applicazione di due misure cautelari in carcere ed una misura degli arresti domiciliari.