Il 9 luglio 2012 personale delle Volanti era intervenuto in via Mantegna su segnalazione di individui sospetti all’interno delle cantine di uno stabile. Dal corridoio delle cantine, all’intimazione “alt, Polizia”, irrompevano quattro soggetti che si scagliavano contro i poliziotti con calci e e pugni colpendoli al capo con tenaglie e pinze oltre che con una torcia elettrica in dotazione delle Volanti strappata dalle mani di un operatore. Dopo aver colpito i poliziotti con calci e pugni così da farli cadere, uno dei quattro aggressori riusciva a sfilare la pistola d’ordinanza dalla fondina di un operatore e, dopo avergli puntato l’arma al volto, premeva ripetutamente il grilletto. I colpi non venivano esplosi perché era inserita la sicura.
Gli operatori riuscivano, comunque, a bloccare uno dei quattro aggressori. I tre complici, invece, brandendo una tenaglia salivano le scale scagliandosi contro l’operatore di Polizia presente che, nonostante i colpi, riusciva a bloccare uno degli aggressori. I due, benché avessero già raggiunto l’uscita, tornavano indietro per cercare di liberare il complice colpendo, di nuovo, l’agente e cercando di sottrargli la pistola dalla fondina. I due, avvedendosi dell’arrivo di un quarto operatore di Polizia si avventavano anche contro questo operatore, riuscendo a fuggire.
Nell’immediatezza venivano arrestati, in flagranza, due cittadini georgiani presunti autori dei gravi fatti. Le successive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, consentivano di raccogliere gravi e concordanti a carico dei due ulteriori cittadini georgiani che erano riusciti a scappare. Uno di questi veniva sottoposto a fermo di Polizia giudiziaria, poco dopo i fatti, a Reggio Emilia. I tre venivano condannati dal Tribunale di Reggio Emilia per i reati loro ascritti rispettivamente a nove anni e quattro mesi di reclusione, quattro anni ed otto mesi di reclusione e cinque anni e quattro mesi di reclusione.
L’attività di captazione ed analisi tabulati consentiva di raccogliere elementi per la identificazione del quarto complice. A carico del giovane, classe 1994, il Gip del Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica, il 27 settembre dello stesso anno (era il 2012) emetteva una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il destinatario di misura, tuttavia, si sottraeva alla cattura rendendosi latitante. Le ricerche, estese anche in campo internazionale, davano esito negativo. Il processo a carico del latitante, davanti al Tribunale di Reggio Emilia in composizione collegiale, è in corso di celebrazione.
Polizia di Stato e Procura della Repubblica, continuavano le ricerche e, grazie anche ai rapporti instaurati con l’Interpol e le Autorità Georgiane nel corso dell’operazione Kanonieri Kurdi, riuscivano ad individuare le nuove generalità utilizzate dal latitante che, in patria, aveva cambiato identità. Gli accertamenti consentivano, anche, di scoprire che l’uomo era stato recentemente in Germania e, quindi, era ragionevole ritenere che potesse viaggiare in area Schenghen.
Su richiesta della Procura della Repubblica, quindi, veniva emesso un MAE (Mandato di Arresto Europeo) a suo carico: a giugno di quest’anno il latitante veniva rintracciato in Ungheria. Ieri – 22 giugno 2022 – l’arrestato è stato estradato in Italia presso l’aeroporto di Fiumicino dove è stata data esecuzione alla misura custodiale emessa dal Gip del Tribunale reggiano a suo carico.