Con reiterate condotte maltrattava la moglie, aggredendola verbalmente e fisicamente. Violente aggressioni consumate per futili motivi anche per impedire alla stessa di chiamare una zia. In particolare la sera del 29 ottobre 2020, con il figlio minore che dormiva in camera, aveva aggredito verbalmente la donna, una 36enne abitante in un comune della Val d’Enza con cui era sposato dal 2008, poi, dopo averla presa per i capelli le aveva sferrato dei pugni in faccia.
Con cadenza settimanale era solito minacciare di morte la moglie con frasi del tipo “ti uccido”, “ti faccio in due pezzi” “ti apro la pancia con il coltello”. Per questi fatti all’epoca, denunciato dai carabinieri di Castelnovo Sotto, l’uomo era stato allontanato dall’abitazione e sottoposto al divieto di avvicinamento come disposto dal tribunale di Reggio Emilia che accoglieva le richieste della Procura reggiana concorde con gli esiti investigativi dei carabinieri di Castelnovo Sotto. Quindi l’iter processuale con l’uomo condannato nell’aprile dell’anno scorso dal Tribunale di Reggio Emilia a 2 anni e 2 mesi di reclusione per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali (condanna confermata in appello lo scorso mese di gennaio). La sentenza, divenuta esecutiva, ha visto l’ufficio esecuzioni penali della Procura reggiana emettere a carico del 38enne un ordine di carcerazione per l’esecuzione della condanna che l’altro ieri è stato eseguito dai carabinieri della Stazione di Castelnovo Sotto che lo hanno arrestato e, al termine delle formalità di rito, tradotto in carcere per l’espiazione della pena.