“Non servono particolari capacità di calcolo per prevedere che la scelta di ANAS di chiudere il Ponte Sant’Ambrogio che collega Modena a Castelfranco Emilia, trasformerà quel tratto di Via Emila in una via Crucis” è questo il commento a caldo di Claudio Candini, presidente del Collegio Imprenditori Edili Emilia, dopo che, nei giorni scorsi, è stata ufficializzata la decisione di chiudere per manutenzione lo storico e strategico ponte che rappresenta, per la viabilità ordinaria, lo sbocco principale verso e dal territorio bolognese.
Una decisione che lascia interdetti – spiega Il Collegio – e che in un sol colpo fa emergere problemi contingenti, criticità di tipo strutturale e la mancanza di progettualità di medio e lungo periodo. Il problema contingente è naturalmente legato alla tanto repentina quanto inopportuna chiusura di un ponte che sopporta una elevatissima quota di traffico. Premesso che la sicurezza è la priorità, viene da chiedersi come mai si sia arrivati a una scelta così drastica; il tutto aggravato dal fatto che, stando a quanto riferiscono gli amministratori, si tratta di una scelta calata dall’alto senza che vi fosse una preventiva condivisione del percorso da seguire per ridurre al minimo possibile l’impatto sul territorio. Allargando il punto di osservazione, l’intervento di manutenzione in questione, altro non è che la punta di un iceberg che ricorda che qualunque territorio, a maggior ragione se densamente abitato e ricco di attività imprenditoriali, può crescere e continuare a svilupparsi se può vantare infrastrutture adeguate e moderne.
“È giunto il momento di fare una riflessione sul futuro sviluppo di Modena anche su questo fronte. Attenzione, vorrei essere chiaro, qui non si tratta di creare l’ennesimo stucchevole dibattito tra asfalto sì asfalto no, ma di coinvolgere tutti, a partire dai nostri amministratori, di ristudiare, se necessario, i probabili scenari futuri e di agire di conseguenza con interventi strategici e che non siano solo frutto di valutazioni contingenti. Gli esempi anche nella provincia sono diversi, ma mi limito a citarne un paio. La S.S. 12, il Canaletto, che ancora oggi “isola” il distretto del biomedicale di Mirandola, o la Nonantolana che in alcune fasce orarie è percorribile a passo d’uomo” prosegue Candini.
L’auspicio, quindi, è che si prenda spunto dall’emergenza Ponte Sant’Ambrogio per riprendere un discorso approfondito sul futuro della viabilità a Modena e provincia. “Nel frattempo, comunque in tempi rapidi, chiediamo che siano trovate soluzioni temporanee alternative per evitare il collasso di gran parte del traffico che si sviluppa lungo l’asse della Via Emilia Est. Tra l’altro, viste le incognite che inevitabilmente interessano cantieri che in buona parte si sviluppano all’interno dell’alveo del fiume, i sei mesi ipotizzati per il completamento dei lavori potrebbero aumentare anche in modo considerevole. La realizzazione di un ponte Bailey, a doppia corsia, potrebbe essere una delle strade da verificare” conclude Claudio Candini presidente del Collegio Imprenditori Edili Emilia.