“Giudichiamo un primo segnale positivo la decisione dell’Amministrazione Comunale di prorogare fino al 30 giugno gli ‘ampliamenti Covid’, ma lo sconto del 50% sul canone unico da pagare a partire dal 1° aprile, previsto solo sull’ampliamento e non su tutta la superficie occupata, non è sufficiente: stante la situazione di difficoltà nella quale versano in particolare i pubblici esercizi, va fatto uno sforzo maggiore esonerando le imprese dal canone unico su tutta la superficie e fino alla fine dell’anno”.
Così Cna, Confcommercio, Confesercenti e Lapam Licom a commento dell’uscita dell’assessora alle Politiche Economiche Ludovica Ferrari.
“Purtroppo – osservano le quattro sigle – le conseguenze della pandemia non sono ancora archiviate, da mesi proprio bar e ristoranti sono alle prese con l’esplosione della bolletta energetica, in un quadro di sempre maggiore incertezza causato dal conflitto in Ucraina e dalle tensioni sui mercati e che sta ingenerando un effetto depressivo sui consumi delle famiglie modenesi”.
“Per questo – continua la nota di Cna, Confcommercio, Confesercenti e Lapam Licom – torniamo a chiedere, come abbiamo fatto nelle scorse settimane, che le imprese vengano completamente esentate dal pagamento del canone unico sui dehor e che l’esenzione valga fino alle fine del 2022”.
“I mesi estivi – sottolineano le Associazioni – saranno determinanti per numerose imprese: se non ci fosse una ripresa, dopo due anni di limitazioni di attività, e se la crisi internazionale dovesse durare per mesi penalizzando ancora di più i consumi, numerose saranno le aziende costrette ad abbassare per sempre le saracinesche, con inevitabili conseguenze anche sul piano occupazionale”.