L’Italia deve proteggere la superficie forestale nazionale che è aumentata in 10 anni di circa 587.000 ettari per complessivi 11 milioni di ettari che si sono dimostrati però molto vulnerabili al degrado e agli incendi perché è mancata l’opera di prevenzione nei boschi che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili.
È quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna in occasione della Giornata internazionale delle Foreste del 21 marzo 2022 istituita dall’ONU. Un impegno che deve partire dall’educazione nelle scuole dove per festeggiare la giornata nei giardini e negli spazi esterni di più 20 realtà in tutte le regioni d’Italia, per iniziativa di Campagna Amica, Coldiretti, Coldiretti Donne Impresa, Consulta florovivaistica Coldiretti, Terranostra e Fondazione Univerde, insieme a studenti, insegnanti rappresentanti delle istituzioni, sindaci e amministratori locali.
A rappresentare la regione Emilia Romagna è stato scelto il Nido dell’infanzia comunale G. Rodari di Reggio Emilia dove, oggi, insieme a genitori e bambini si è festeggiato piantando un albero nel giardino della scuola, alla presenza del direttore di Coldiretti Reggio Emilia Albertino Zinanni, Luciana Pedroni, responsabile regionale di Coldiretti Donne Impresa e Raffaello Landini, presidente provinciale di Terranostra.
«Oltre a boschi e foreste anche i frutteti e vigneti fanno parte del nostro patrimonio verde – ha detto Luciana Pedroni, responsabile regionale di Coldiretti Donne Impresa. “Negli ultimi venti anni, purtroppo, è sparita quasi una pianta da frutto su quattro, fra mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti con un gravissimo danno produttivo ed ambientale per il ruolo che svolgono nella mitigazione del clima anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri PM10».
«Cogliamo con piacere ogni occasione – continua la Pedroni – utile per piantare un albero, anche se simbolico, soprattutto con le scuole. Oltre a passare l’attenzione per il bene all’ambiente, è un atto simbolico che trasmette il valore del prendersi cura del territorio e nessuno può farlo meglio degli agricoltori».
Recenti studi hanno sottolineato il ruolo positivo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente – spiega Coldiretti regionale – proprio per la capacità di catturare Co2, ruolo che potrebbe ulteriormente crescere con l’adozione di tecniche colturali finalizzate non solo alla produzione di frutta ma anche alla lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico. Non a caso – conclude Coldiretti Emilia Romagna – la differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2 gradi nelle città più grandi, secondo uno studio Ispra.