MILANO (ITALPRESS) – I grandi formaggi italiani tornano sotto la lente dell’alta ristorazione sabato 23 aprile al congresso Identità Golose, in occasione di Identità di Formaggio. Il programma dell’edizione 2022, la seconda targata Parmigiano Reggiano, è stato presentato oggi all’Hub di Identità Golose e può contare sulla presenza di ospiti d’eccezione come Riccardo Forapani, chef del ristorante Cavallino dal 1952 a Maranello (MO); Carmen Vecchione, alla guida di Dolciarte, Avellino; Michele Casadei Massari, brand ambassador del Consorzio Parmigiano Reggiano e patron di Lucciola Italian Restaurant, New York (USA) e Davide Oldani, ristorante D’O a Cornaredo (MI).
La collaborazione tra Parmigiano Reggiano e Identità Golose è nata nel 2020 dalla volontà di creare uno spazio di dialogo aperto e diretto tra le eccellenze casearie italiane e la ristorazione, due settori che vivono di fatto in simbiosi ma che devono ancora trovare il giusto equilibrio per ottimizzare questa sinergia. Nel caso del Parmigiano Reggiano, infatti, nel 2021 il canale Horeca ha assorbito solo il 7% dei volumi e rappresenta l’ultimo canale distributivo. Sebbene la tendenza sia positiva e in recupero – nel 2020, causa Covid, era appena il 2% – il potenziale di sviluppo rimane enorme.
“Per il Parmigiano Reggiano, dopo il periodo del lockdown e delle chiusure forzate, è necessario che l’Horeca torni a svolgere il ruolo di palcoscenico naturale dei prodotti alimentari di qualità – ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio – il nostro obiettivo è contribuire a rimettere in pista e fare correre di nuovo il mondo del fuori casa, contando anche su quanto può garantire il ‘nomè del più noto e apprezzato prodotto alimentare italiano”.
“Da sempre la vocazione del congresso Identità Golose – ha sottolineato Claudio Ceroni co-founder di Identità Golose – è quella di offrire una vetrina alla migliore produzione italiana e sviluppare un network di qualità con il mondo degli chef italiani e internazionali. La partnership con Parmigiano Reggiano si fonda su obiettivi comuni: stabilire un filo diretto e un dialogo proficuo e permanente con i professionisti della ristorazione”.
“I ristoratori – continua Bertinelli – sanno bene che i clienti sono sempre più evoluti e maturi. Quando si serve un piatto non basta più elencarne gli ingredienti ma bisogna raccontarne la storia, il luogo di origine, le tradizioni che li rendono unici. La ristorazione italiana deve trovare nel Parmigiano Reggiano un alleato per riuscire non solo a offrire piatti ancora più buoni, ancora più sani, ma anche piatti con un ‘raccontò”.
Una tendenza confermata anche dal successo di Parmelier, il progetto itinerante promosso dal Consorzio, in collaborazione con APR (Associazione Assaggiatori Parmigiano Reggiano), che permette agli amanti del Parmigiano Reggiano di partecipare in varie città italiane sia a serate di degustazioni guidate in abbinamento con altri prodotti, sia a veri e propri corsi di assaggio che faranno apprezzare e godere a pieno le varie sfaccettature del Parmigiano Reggiano nelle sue declinazioni di stagionatura e biodiversità. Questo perchè è un formaggio artigianale e per tale ragione ogni forma è unica.
Quando assaggiamo un pezzo di Parmigiano Reggiano, scopriamo infatti una complessità di profumi, aromi e sapori dovuti a diversi fattori, tra i quali l’alimentazione delle bovine, la tecnologia di lavorazione del latte, le differenti aree all’interno della zona di produzione, la varietà di razze bovine ma anche e soprattutto i lunghi tempi di stagionatura. Questo comporta una diversità di profili sensoriali tra i vari formaggi Parmigiano Reggiano prodotti dagli oltre 300 caseifici, sempre nel rispetto del disciplinare della DOP.
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