Copyright: Meridiana Immagini – Autore: Riccardo Gallini

Imprese dinamiche che sanno reagire e definire strategie in contesti mutevoli e in una fase difficile dell’economia. E’ la fotografia di fine 2021 in Emilia-Romagna delle imprese femminili attive che sono risalite a quota 85.328, pari al 21,3 per cento del totale delle imprese regionali.

È quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. La consistenza delle imprese in rosa ha progressivamente accelerato la sua crescita che nel quarto trimestre ha toccato l’1,2 per cento (+1.041 unità) rispetto alla fine del 2020.

Dopo avere invertito la tendenza negativa nel primo trimestre, la consistenza delle imprese in rosa è progressivamente aumentata, fino a segnare, nel terzo trimestre 2021, un +1,1 per cento (+954 unità) rispetto alla stessa data del 2020.

La tendenza positiva è leggermente più performante rispetto a quella del totale delle imprese (+0,5 per cento): quelle non femminili sono aumentate di 1.213 unità (+0,4 per cento).

Femminili: incidono di più le straniere che le giovanili

L’andamento è assai diverso se si considerano due sottoinsiemi non disgiunti: le imprese di giovani donne e di donne straniere.

A fine 2021 le imprese femminili giovanili erano 8.003 pari al 9,4 delle imprese in rosa regionali. Sono risultate concentrate in tre divisioni di attività: commercio al dettaglio (18,2 per cento), ristorazione (14,3 per cento) e servizi per la persona (13,8 per cento).

La tendenza negativa, apparsa particolarmente accentuata nel corso del 2020, è divenuta positiva e ha condotto a un incremento dello 0,6 per cento (+48 imprese) nell’ultimo trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020.

Alla stessa data, fine dicembre 2021, le imprese femminili straniere sono risultate 12.512 pari al 14,2 del totale delle imprese rosa dell’Emilia-Romagna. Sono concentrate in sei divisioni di attività: soprattutto nel commercio al dettaglio (19,5 per cento) e nella ristorazione (15,0 per cento), quindi negli altri servizi per la persona, parrucchiere centri estetici ecc. (10,7 per cento), nell’attività manifatturiera delle confezioni (8,3 per cento), nel commercio all’ingrosso (6,9 per cento) e nei servizi per edifici e paesaggio, pulizie (5,3 per cento). Le imprese femminili di nate all’estero risultano continuamente in aumento dall’inizio della rilevazione. La tendenza positiva è stata solo più contenuta nel 2020, quando ha toccato un minimo nel secondo trimestre, ma ha poi ripreso forza con l’inizio del 2021 e nel trimestre in esame ha fatto registrare una forte crescita (+5,1 per cento, +589 imprese). È stata la crescita delle imprese femminili straniere a determinare quasi il 57 per cento della crescita complessiva delle imprese femminili.

 

Nuove imprese femminili in crescita nei settori performanti

La crescita è frutto di una tendenza positiva diffusa a quasi tutti i macrosettori e le sezioni di attività, ma con ampie differenze di intensità.

In particolare, le imprese del complesso dei servizi sono aumentate di 952 unità (+1,5 per cento) Sono stati i servizi diversi dal commercio a crescere in maniera decisamente più rapida (+834 unità, +2,1 per cento), anche se in modo non uniforme.

Per l’aggregato delle altre attività dei servizi, solo un lieve recupero (+0,3 per cento), frenato dai servizi alla persona. Così come per alloggio e ristorazione (+0,3 per cento), sostenuti dalla ripresa del secondo ambito (+0,6 per cento), a fronte della tendenza ancora negativa per il primo (-1,1 per cento): entrambi che hanno risentito pesantemente delle conseguenze della pandemia. Al contrario, bene il settore noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (178 unità, +4,7 per cento), di supporto per le funzioni d’ufficio e alle imprese (+91 unità, +6,4 per cento).

Ancora, la dinamica delle imprese è risultata più rapida, oltre che particolarmente rilevante in assoluto nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (+167 unità, +5,0 per cento), determinata da un sensibile aumento dalle imprese con attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale (+84 unità, +8,8 per cento). Altro apporto rilevante è giunto dalle attività immobiliari (+159 unità, +2,7 per cento), favorito dalla ripresa del mercato. È stato rapido l’incremento delle imprese finanziarie e assicurative (+95 unità, +4,8 per cento) determinato dalle attività ausiliarie (+75 unità), e dal rapido incremento proprio dei servizi finanziari (+9,7 per cento).

Esistono situazioni di minore dinamicità.  L’aggregato delle altre attività dei servizi ha registrato solo un lieve recupero (+0,5 per cento), frenato dai servizi alla persona, anche se ciò appare già un successo di resilienza alle conseguenze della pandemia. Per le stesse ragioni, il recupero è stato contenuto per i servizi di alloggio e ristorazione (+0,4 per cento) sostenuto dal rafforzamento della seconda (+0,7 per cento), che ha compensato la tendenza ancora negativa per la prima (-1,5 per cento).

Una crescita più contenuta ha caratterizzato anche la numerosa base imprenditoriale dell’insieme del commercio (+118 unità, +0,5 per cento), a causa della minore dinamica del dettaglio (+0,3 per cento, +54 unità), rispetto all’ingrosso (+1,4 per cento, +69 unità).

Un deciso contributo positivo è giunto dalle costruzioni (+146 unità +4,8 per cento). un settore in rapida crescita trainato dai bonus introdotti a suo favore.

L’aumento della base imprenditoriale appare più contenuto per le imprese manifatturiere femminili (+0,9 per cento, +69 unità), frenato dal nuovo calo tra le industrie tessili (-15 unità, -3,7 per cento), ma sostenuto dalla ripresa nell’industria alimentare (+26 unità, +2,5 per cento) e nell’insieme delle altre industrie manifatturiere (+3,4 per cento).

Infine, l’insieme di agricoltura, silvicoltura e pesca è risultato l’unico macrosettore ad avere subito una diminuzione con la perdita di 127 imprese (-1,1 per cento) da attribuire esclusivamente al primo comparto (-153 unità) a fronte della continua crescita del secondo (+8,9 per cento).

La forma giuridica

La discreta crescita delle imprese femminili è stata trainata dal notevole aumento delle società di capitale (+714 unità, pari a un +4,5 per cento), tipologia di azienda, di norma, più strutturata e “robusta” sotto il profilo organizzativo e gestionale, favorita anche dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata.

A fare da contraltare la riduzione delle società di persone (-205 unità, -1,7 per cento), mentre le ditte individuali hanno accelerato (+0,9 per cento, +479 unità). Infine, anche le cooperative e i consorzi hanno fatto registrare una espansione (+3,4 per cento), ma con una consistenza limitata.