Cittadini, enti territoriali e autorità locali, attività commerciali, imprese, enti di ricerca e formazione, del terzo settore e di protezione ambientale: utenti pubblici e privati che si uniscono per la produzione, la condivisione e lo scambio di energia a impatto zero prodotta attraverso impianti di energia rinnovabile. Tutti al centro della transizione energetica dell’Emilia-Romagna.
È, in estrema sintesi, l’obiettivo del progetto di legge della Giunta regionale finalizzato alla promozione e al sostegno delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo collettivo, di cui esistono già diverse sperimentazioni sul territorio. Un progetto, quello dell’esecutivo guidato Stefano Bonaccini, che individua protagonisti, modalità e finanziamenti per favorire e accelerare il passaggio verso un’economia più verde e una società carbon free, in linea con gli obiettivi regionali e le più recenti normative europee e nazionali.
Su questa scia si colloca il Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto a dicembre 2020 dalla Regione insieme a enti locali, sindacati, imprese, università, mondo della scuola, associazioni ambientaliste, Terzo settore e volontariato, professioni, Camere di commercio e banche. Il Patto prevede il raggiungimento della “neutralità carbonica” entro il 2050 e il passaggio alle energie pulite e rinnovabili entro il 2035, e impegna la Regione a emanare una legge propria sulle comunità energetiche, con l’obiettivo di incrementare la produzione e l’utilizzo delle energie rinnovabili e l’accumulo.
“Qualunque decisione in tema di transizione energetica non è più rinviabile, il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e colpisce soprattutto i più deboli, come vediamo quotidianamente- sottolineano Elly Schlein, vicepresidente della Regione con delega alla transizione ecologica e al Patto, e Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e Green Economy-. Per questo, per proseguire nella direzione tracciata dalla normativa europea e nazionale, coerentemente con gli impegni assunti con il Patto per il Lavoro e per il Clima, vogliamo dotare l’Emilia-Romagna di uno strumento importante, innovativo, che ponga cittadini, imprese, enti locali al centro della transizione energetica. Saranno loro- concludono Schlein e Colla-, con il nostro aiuto, i protagonisti di un cambiamento senza precedenti, con la possibilità concreta di autoprodurre energia pulita, volta all’autoconsumo”.
Con questa proposta di legge la Regione intende supportare tutte le tipologie di comunità energetiche coerenti con la norma ma, per contrastare la povertà energetica e favorire l’inclusione sociale, prevede di concedere contributi maggiori per la costituzione di Comunità energetiche rinnovabili composte per almeno un terzo da soggetti con fragilità economica, oppure da enti del Terzo settore o situate in aree montane e interne del territorio regionale o, in alternativa, che realizzino progetti di inclusione e solidarietà.
Che cosa sono le Comunità energetiche rinnovabili (Cer)
Persone fisiche, imprese, enti territoriali e autorità locali. Enti di ricerca e formazione, del Terzo settore e di protezione ambientale potranno far nascere e costituire le Cer, le comunità energetiche rinnovabili.
In Emilia-Romagna sono attive già diverse sperimentazioni; una delle ultime è nata a Imola e ha la particolarità di essere composta da imprese che producono collettivamente e consumano energia generata da fonti rinnovabili.
A Bologna si lavora a Geco, un progetto per sviluppare la produzione sostenibile di energia nella zona Pilastro-Roveri. A Scandiano, invece, in provincia di Reggio Emilia, un condominio composto da 48 abitazioni integrerà auto-produzione energetica con un sistema di accumulo per alimentare utenze domestiche e una flotta di veicoli elettrici. Grazie al progetto Self User, coordinato da Art-ER, diventerà il primo esempio concreto di comunità di autoconsumo collettivo in Emilia-Romagna, creando un modello che potrà essere replicato su ampia scala.