Faceva parte di un sodalizio criminale costituito da soggetti pakistani, principalmente “di stanza” nelle province di Reggio Emilia e Bologna, dediti all’importazione e allo spaccio di eroina fatta arrivare sul territorio nazionale attraverso “corrieri ovulatori”. L’operazione, denominata “LOT BIS, condotta anche nel reggiano nel marzo del 2019, aveva visto l’esecuzione di 31 misure cautelari personali (22 custodie cautelari in carcere e 9 obblighi di dimora) nei confronti dei membri dell’organizzazione criminale e il sequestro di beni per un valore complessivo di circa mezzo milione di euro.
L’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, che aveva richiesto le misure cautelari, personali e reali, poi disposte dal GIP, aveva permesso di ricostruire l’operato di una stabile organizzazione criminale dedita al narcotraffico operante in varie zone d’Italia ma avente il proprio centro organizzativo ed operativo in Reggio Emilia e dotata di consolidati collegamenti con fornitori esteri. Erano stati delineati i ruoli svolti da ciascun membro dell’organizzazione e fatta luce sulle modalità̀ eseguite dall’organizzazione criminale per far arrivare in Italia ingenti quantitativi di eroina proveniente dal Pakistan (tramite Grecia e Spagna).
La droga giungeva nel nostro paese via aereo utilizzando la rischiosa tecnica del “body paker” ovvero l’ingerimento di ovuli di eroina alla partenza, poi essere espulsi una volta giunti a destinazione. Quindi l’iter processuale che relativamente all’odierno arrestato, il 54enne cittadino pakistano M.I.K., ha visto la Corte d’Appello di Bologna emettere nel luglio dello scorso anno, in riforma alla sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Bologna, provvedimento di condanna a 6 anni, 5 mesi e 13 giorni di reclusione per il reato continuato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e concorso in detenzione e spaccio di stupefacenti. Reati commessi nel 2017 tra la provincia di Reggio Emilia, il Pakistan la Grecia e la Spagna.
La sentenza divenuta esecutiva ha visto l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bologna emettere l’ordine di esecuzione per la carcerazione che è stato trasmesso per l’esecuzione ai carabinieri di Novellara nel cui comune il 54enne risiede e dove si trovava ristretto in regime di arresti domiciliari proprio per questa causa. Ricevuto il provvedimento restrittivo i carabinieri vi davano esecuzione recandosi presso l’abitazione dell’uomo che veniva quindi condotto in carcere dove, detratto il pre-sofferto pari a 1 anno 3 mesi e 13 giorni, dovrà scontare ancora 5 anni, 1 mese e 27 giorni di reclusione.