€ 2.000.000 dal Pnrr per il progetto di “Riuso e rifunzionalizzazione dell’ex Teatro “Politeama” per la realizzazione di una nuova biblioteca digitale ed archivio storico comunale”. Il Ministero dell’Interno, ha destinato i fondi europei facenti parte di “Next Generation Eu” per il progetto di recupero e consolidamento del Politeama, in pieno centro storico, in ia Giovanni Andrea Farosi.
L’Amministrazione Comunale, ritiene di procedere al consolidamento strutturale degli elementi verticali, orizzontali e inclinati, al restauro scientifico esterno delle facciate originarie comprese finiture, modanature, colonne e mensole, testine e scritte preesistenti, marcapiani, intonaci e lapidei, restauro scientifico interno delle pareti, dei soffitti e controsoffitti comprese le decorazioni, rigenerazione degli ambienti interni per l’insediamento della biblioteca digitale e dell’archivio storico, inserimento di nuovi elementi e impianti di sicurezza e comfort abitativo e ogni altra opera destinata al restauro, riuso e rifunzionalizzazione.
Alcuni cenni storici
Nel 1905 venne demolito il vecchio teatro cittadino (realizzato nel 1775 nella Piazza dell’Orologio) ritenuto pericolante, e ne venne costruito uno nuovo, su progetto del tecnico comunale Gaetano Malatesta. Inizialmente si pensava di costruire un’arena all’aperto per ospitare spettacoli comici, equestri e di varietà, assai diffusi all’epoca; preferendovi poi la realizzazione di un Politeama, ossia una sala atta ad accogliere varie tipologie di spettacolo, dalla lirica, alla prosa, al varietà ecc.
Nel 1906 fu costituita la Società Anonima Cooperativa Politeama Sociale, a larghissima partecipazione popolare, con l’intento di procedere alla costruzione del nuovo edificio su un terreno di proprietà comunale, vicina all’ex convento dei Serviti.
L’opera procedette con grandi difficoltà di ordine economico e si rese necessario l’intervento del Comune che acquistò dalla cooperativa parecchie azioni, fino alla graduale acquisizione dell’intera proprietà nel 1935. L’inaugurazione avvenne con Cavalleria Rusticana e I Pagliacci soltanto il 12 ottobre 1912.
Il Politeama mantenne le sue funzioni solo fino al 1935 quando subì una prima trasformazione: venne adibito a Casa del Fascio, e nel dopoguerra a sala da ballo (da qui il soprannome Caldiròun, “Calderone”). Successivamente (1964) venne venduto al Banco di S. Geminiano e S. Prospero.
Nel 2003 il Politeama viene acquistato dal Comune di Sassuolo.
Attualmente il Politeama versa in grave stato di degrado e ha perduto in gran parte la sua identità originaria. All’esterno è ancora ben leggibile l’originaria funzione, in quanto l’edificio non ha subito manomissioni rilevanti.
L’interno invece ha perduto le caratteristiche originarie di teatro con una capienza di seicento posti a sedere, caratterizzato da una balconata continua “alla francese” – considerata moderna nella mentalità dell’epoca in quanto socialmente più equa-, i palchi della platea e della galleria sono stati tamponati ed è stato soppresso il palcoscenico. Anche le decorazioni interne ad affresco ad opera di Umberto Chicchi sono in gran parte deteriorate.
La facciata è costituita da due corpi laterali aggettanti con terrazza e fastigio curvilineo al centro, inoltre porte e finestre presentano cornici con motivi decorativi a fiorami e testine, mentre le grate in ferro battuto sono caratterizzate dal motivo “a frusta”, secondo il tratto stilistico di un Liberty sobrio ed essenziale.
Il fabbricato è vincolato ai sensi dell’art. 3 della legge n. 1089/39 (ora Codice urbani, art 10/ 13 del D.Lgs 42 del 22/1/2004) con D.M. 26/03/1979 in quanto esempio di architettura liberty.
Si affaccia sulla centralissima Via Farosi e ha una superficie di mq. 881 con un’area di pertinenza do mq. 229. L’edificio si sviluppa essenzialmente su un piano terra cui sovrasta la copertura controsoffittata solo nella parte a Sud, dove è stato realizzato un ulteriore impalcato che si stacca dal pavimento del piano terra ad un’altezza di circa m 4,50 sovrastato dal loggione.
Le motivazioni per cui il Comune, nel 2003, ha acquistato il Politeama sociale, impegnando risorse significative sul bilancio in corso e su quelli successivi, sono riconducibili a due ragioni: scongiurare il degrado dello stabile, prezioso esempio del liberty locale e testimone della storia della città, e assicurarne la restituzione alla comunità sassolese attraverso un intervento di recupero che, nell’assoluto rispetto dei vincoli di tutela, ne valorizzasse l’originaria vocazione a luogo di ritrovo e promozione della cultura e aggregazione cittadina.