Sono 52 i mezzi aggiuntivi che da settembre sono in circolazione nel bacino provinciale di Modena accanto alla flotta di Seta di 400 mezzi per rispondere alle necessità di quasi 11 mila studenti che utilizzano il trasporto pubblico urbano o extraurbano per recarsi nelle scuole superiori del Comune.
Lo ha comunicato l’assessora alla Mobilità sostenibile Alessandra Filippi, riportando la risposta pervenuta da Seta e Amo, nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 6 dicembre rispondendo alle interrogazioni, trasformate in interpellanze, di Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Il Popolo della famiglia) e di Beatrice De Maio (Modena sociale) sui mezzi pubblici.
Nella sua interrogazione, Rossini, ha chiesto in particolare quanti studenti delle scuole superiori modenesi utilizzano il trasporto pubblico per recarsi a scuola, quanti mezzi Seta ha a disposizione per far fronte alla domanda nelle fasce orarie di entrata e uscita da scuola e quanti di questi sono di proprietà di privati. Ha infine domandato se si ritiene possibile incrementare e incentivare l’utilizzo di mezzi di aziende private per decongestionare i mezzi pubblici e assicurare il mantenimento della didattica in presenza al 100 per cento o, in caso contrario, perché non si ritenga possibile. De Maio ha chiesto se è vero, come riportato da alcune testimonianze, che la capienza massima dell’80 per cento dei mezzi nel rispetto del distanziamento a contrasto del Covid 19, non venga rispettata nelle ore di punta e che non vengano adottate procedure chiare di controllo sul numero di utenti che salgono su autobus e corriere. La consigliera ha quindi domandato quali interventi l’Amministrazione comunale intenda adottare, anche in concerto con l’amministrazione provinciale, per garantire il rispetto delle norme previste al fine di proteggere la salute degli studenti e degli utenti che si servono dei mezzi pubblici.
L’assessora ha confermato che tutti i mezzi possono circolare con capienza massima dell’80 per cento dei posti e ha spiegato che “i controlli ci sono stati; non sulle singole corse, che sarebbe impossibile, ma a terra, nei punti più critici come i plessi scolastici”.
Dei 400 mezzi della flotta ordinaria di Seta, 300 sono destinati alla rete extraurbana e 100 alle reti urbane di Modena (80 mezzi), Carpi e Sassuolo. “Di questi – ha proseguito Filippi – nelle fasce orarie di entrata/uscita da scuola i mezzi in servizio sono circa 300, mentre i restanti mezzi sono a disposizione come scorta, stanno rientrando nei depositi a conclusione di turni precedenti o sono già impegnati per turni successivi. I 52 mezzi aggiuntivi – ha aggiunto – sono prevalentemente di operatori privati espressamente abilitati al servizio di linea, il cui impiego a supporto della flotta Seta è reso possibile da specifiche risorse messe a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna. All’avvio dell’anno scolastico passato i mezzi aggiuntivi reperiti tra operatori privati erano stati 40; quest’anno, quindi, è stato possibile incrementare la flotta supplementare con ulteriori 12 unità. Complessivamente – ha precisato – i mezzi di operatori privati impiegati attualmente da Seta in servizio di linea costituiscono la totalità rispetto a quanto disponibile e reperibile sul mercato: tali operatori, infatti, stanno gradualmente riprendendo la loro normale attività, alla quale vengono riservati gli altri mezzi di cui dispongono”.
Filippi ha quindi comunicato che “Seta sta comunque proseguendo nell’attività di reperimento di mezzi aggiuntivi: grazie alle risorse regionali è ipotizzabile ed economicamente sostenibile un incremento nell’ordine di ulteriori 7-8 mezzi. Ciò potrà essere realizzato qualora le esigenze di servizio lo rendessero necessario, sulla base di un monitoraggio puntuale dei flussi di carico rilevati sulle diverse tratte servite, compatibilmente con le effettive disponibilità da parte degli operatori interpellati e tenendo conto delle necessarie tempistiche di attivazione”.
IL DIBATTITO IN CONSIGLIO SUL SERVIZIO PER GLI STUDENTI
Sono diversi i consiglieri intervenuti sul tema del trasporto pubblico per studenti oggetto di due interrogazioni trattate congiuntamente e trasformate in interpellanze.
Aprendo il dibattito per Lega Modena, Barbara Moretti ha suggerito, visto “l’elevato numero di famiglie che hanno scelto di non vaccinare i loro figli maggiori di 12 anni”, di garantire “il tampone gratuito per i minori e per l’utilizzo del bus in ambito scolastico, assicurando almeno due tamponi gratis la settimana”. In questo modo sarebbe garantito “un servizio insostituibile come il trasporto pubblico”, contemperando anche all’esigenza di “tutelare la salute pubblica”. Giovanni Bertoldi, alla luce della situazione di attuale emergenza, ha fatto presente che “valutare per un periodo limitato un potenziamento del trasporto privato non rappresenta una scelta sbagliata”. Ridurre la quantità di persone all’interno di un bus, infatti, significa anche “sostenere le famiglie che devono necessariamente rivolgersi al tpl perché non hanno la possibilità di accompagnare i bambini in auto a scuola: vuol dire dare maggiore sicurezza a tutti”.
Antonio Baldini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) ha messo l’accento sulla “confusione” tra il governo centrale e quello locale: “Sul territorio si favorisce il tpl”, mentre a Roma “la direzione è inversa, per via del vincolo costituito dal Green pass imposto per salire sui bus”. Il consigliere ha condiviso l’appello del coordinamento dei presidenti di Consigli d’istituto della regione secondo cui “la fascia d’età dei bambini dai 12 anni non deve essere soggetta alla certificazione verde per usare il tpl”.
Per il Pd, Lucia Connola ha sottolineato come la proposta di incentivare il trasporto privato a discapito di quello pubblico sia “illogica”, dal momento che in questo modo “rischieremmo di rendere vana la recente azione volta a aumentare gli autobus, con uno sforzo di ingaggio messo in campo delle aziende di trasporto che hanno coinvolto soggetti privati”, oltre ad avere ricadute sul traffico. La consigliera ha aggiunto, poi, che “i mezzi pubblici non sono certo il primo luogo di sviluppo dei contagi”. Anche per Antonio Carpentieri non è necessario incentivare l’utilizzo dei mezzi privati: “Basta avvicinarsi ai poli scolastici per notare la quantità di persone che, pur legittimamente, scelgono di ritirare i figli da scuola con mezzi propri. Questo accadeva anche prima dell’applicazione del Green pass”. La certificazione verde, ha rilevato, “è utile sui mezzi pubblici non solo per tutelare gli studenti ma anche altre categorie come gli anziani e le persone fragili”.
In replica, la consigliera Elisa Rossini ha ribadito che l’ipotesi di sostenere il trasporto privato “favorisce il diritto allo studio, perché contribuisce a superare le limitazioni dovuta all’introduzione del Green pass per accedere al tpl”. La consigliera ha anche sottolineato che le scelte politiche “non sono funzionali a garantire questo diritto perché, come è stato annunciato di recente, si mira a introdurre linee notturne, anziché a potenziare la disponibilità dei mezzi per gli studenti”.
La consigliera Beatrice De Maio, nella sua replica, ha invece rinnovato i dubbi sulle verifiche delle capienze all’interno dei bus: “Mi risultano casi – ha affermato – di autisti costretti verificare la capienza dei mezzi, quando invece dovrebbero dedicarsi soltanto alla guida”. La consigliera si è detta “non soddisfatta” della risposta dell’assessore e ha auspicato “provvedimenti che vadano anche nella direzione di superare le criticità legate agli orari di lavoro e agli stipendi degli operatori”.
In chiusura di dibattito l’assessora Alessandra Filippi ha sottolineato “il grande sforzo degli attori sul territorio, coordinati dalla Prefettura, per organizzare e garantire nel migliore dei modi il trasporto pubblico locale con il coinvolgimento di vettori privati per aumentare le corse e con la presenza di operatori a terra, nei punti di maggiore affluenza, per indirizzare gli studenti verso le corse aggiuntive”.