Sono iniziati da pochi giorni i lavori di adattamento dei locali che ospiteranno la palestra robotizzata dell’Istituto, 120 metri quadri che permetteranno di aumentare ulteriormente l’intensità dei trattamenti, di proporre scenari sempre più stimolanti e motivanti per il paziente, di realizzare protocolli personalizzati e, infine, di misurare oggettivamente le risposte migliorando il risultato di ogni percorso riabilitativo. Il progetto è stato curato da un gruppo di lavoro occupatosi di identificare tecnologie, risorse umane e modalità organizzative.
«La riabilitazione supportata dall’utilizzo di sistemi robotici – spiega Mario Tubertini, DG dell’Istituto – comporta numerosi vantaggi, tra cui quello di permettere prestazioni più intensive, specifiche e appropriate. Ad esso si associa quello della elevata flessibilità di applicazione: le soluzioni proposte possono essere facilmente integrabili in situazioni della vita quotidiana, rendendo il trattamento motivante e variegato, aprendo anche la strada alla creazione di nuovi esercizi riabilitativi, non realizzabili con i metodi tradizionali. Nell’approccio tecnologico – ha detto ancora – rientra anche una maggior accuratezza diagnostica e di misurazione della menomazione e della performance. I sistemi, infatti, sono in grado di misurazioni oggettive senza l’ausilio di un operatore che consentono la raccolta di dati confrontabili nel tempo che possono essere utilizzati anche a scopo di ricerca».
Secondo il gruppo di lavoro che ha curato il progetto «i dispositivi robotici permettono movimenti impossibili senza il loro supporto come, ad esempio, gli esoscheletri che consentono a persone, che altrimenti non potrebbero, di camminare. Grazie, poi ai feedback visivi, uditivi e cinestesici scambiati con il paziente durante gli esercizi, la riabilitazione robotica incide positivamente anche a livello psicologico e aumenta la compliance del paziente alla terapia riabilitativa».
La palestra sarà collocata al secondo piano seminterrato, all’interno dei locali che precedentemente ospitavano la radiologia convenzionale e l’ambulatorio di ecografia. Importante la dotazione tecnologica attesa, che sarà acquisita progressivamente, per un controvalore pari a circa 250 mila euro. Tra le apparecchiature valgono senz’altro menzione un dispositivo per la valutazione e riabilitazione della forza di presa ed estensione della mano e dei molteplici range articolari dell’arto superiore, un sistema robotizzato multidimensionale per la riabilitazione monolaterale o bilaterale dell’arto superiore, un dispositivo robotico per l’arto superiore, un dispositivo per la verticalizzazione indicato per pazienti con elevato livello di dipendenza, un altro per la riabilitazione del tronco e per l’elettrostimolazione funzionale multicanale. È prevista altresì l’acquisizione di programmi per realtà virtuale, di un sistema di posturografia portatile che consiste in una pedana stabilometrica sottilissima e compatta e, infine, l’implementazione del laboratorio di analisi del cammino.