Sia pure lentamente, l’occupazione in provincia di Modena ha ricominciato a crescere. Nel primo semestre 2021 il saldo tra attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente ha registrato un saldo positivo (+3.683); la crescita sarebbe stata maggiore senza la contrazione di giugno (-1.145), causata da un’impennata delle cessazioni rispetto a maggio.
Lo rivelano i dati dell’Agenzia regionale per il lavoro, analizzati dalla Cisl Emilia Centrale.
L’aumento complessivo delle assunzioni nel periodo gennaio-giugno è stato trainato dall’industria (+1.658 unità) e dalle altre attività e servizi (+1.142). Un contributo positivo è arrivato anche da commercio, alberghi e ristoranti (+799) e costruzioni (+240); solo l’agricoltura presenta un saldo negativo (-157). Quanto alle tipologie contrattuali, accanto alla crescita del lavoro a tempo determinato, apprendistato e in somministrazione (4.076 unità), si conferma il calo del tempo indeterminato (-393).
«È in corso una ripresa sostenuta, cui però non corrisponde un uguale aumento dell’occupazione – commenta la neo segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo – Dobbiamo creare posti di lavoro stabili e di qualità, superando il paradosso dei lavoratori qualificati che le nostre imprese faticano a trovare. È importante rafforzare il sistema dell’istruzione e della formazione continua, creando un dialogo continuo con le aziende. Il modello da seguire sono gli Its (istruzione tecnica superiore), che da da noi stanno funzionando bene».
La segretaria Cisl manifesta preoccupazione per l’elevato costo delle materie prime, dell’energia e dei semilavorati per l’industria.
«Oggi, però, la preoccupazione maggiore riguarda l’aumento degli infortuni sul lavoro, non di rado con esiti mortali – sottolinea Papaleo – La comprensibile voglia di recuperare le perdite accumulate durante la pandemia non giustifica la violazione delle norme sulla salute e sicurezza. La vita di un lavoratore non può mai essere sacrificata sull’altare dei fatturati e dei profitti. Servono una diffusa cultura della sicurezza e tanta formazione pratica, specie nei settori più a rischio, come l’edilizia».
Papaleo aggiunge l’insoddisfacente andamento dell’occupazione giovanile (15-24 anni), che anche a Modena resta intorno al 30%, e femminile.
«Urgono azioni finalizzate a ridare fiducia ai giovani – dice la segretaria Cisl – Vanno potenziati i servizi per l’impiego e rafforzato il contratto di apprendistato.
Purtroppo i maggiori costi della pandemia li hanno pagati ancora una volta le donne. Sono riemerse la precarietà delle tipologie contrattuali, la distribuzione squilibrata dei carichi di lavoro e le difficoltà di conciliazione tra lavoro e vita familiare. La Cisl – ricorda Papaleo – chiede politiche sia nazionali che locali finalizzate a ridurre il gap retributivo; ben venga, in questo senso, la legge sulla parità salariale già votata in Parlamento.
Servono soprattutto politiche di conciliazione e in questo la contrattazione aziendale e territoriale può svolgere un ruolo molto importante», conclude la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo.