Nei giorni scorsi personale della 5^ Sezione della Squadra Mobile della Questura di Bologna ha tratto in arresto – in esecuzione di un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Bologna, Dott.ssa Zavaglia su richiesta del P.M. Dott. Stefano Dambruoso – un cittadino albanese D.J., classe ’90, responsabile di una lunga serie di furti di motocicli, commessi nel centro storico cittadino durante la scorsa estate.
Lo straniero, già gravato da numerosi precedenti per reati similari, era stato scarcerato da appena due settimane, a seguito di una condanna inflittagli dalla Corte d’Appello di Bologna per lesioni personali, furto aggravato, possesso ingiustificato di chiave alterate o grimaldelli e resistenza a Pubblico Ufficiale.
La rapida attività d’indagine condotta dagli uomini della Squadra Mobile, ha consentito di ricondurre al predetto la consumazione di svariati furti di motocicli, tutti avvenuti con le medesime modalità, consistenti nella rottura del blocca sterzo e nel successivo collegamento dei cavi elettrici del sistema di accensione.
Durante i diversi servizi di prevenzione effettuati dalla Polizia, nei pressi dell’abitazione dell’arrestato sono stati rinvenuti tre scooter rubati nelle giornate precedenti, tutti manomessi con la stessa tecnica, che costituiva una sorta di “marchio di fabbrica” dell’azione criminogena, chiaramente riconducibile allo stesso.
Il particolare modus operandi utilizzato dell’arrestato appariva chiaro fin dalle battute iniziali delle indagini, che consentivano di accertare che lo stesso operava in diverse zone del territorio cittadino, con preferenza di quelle ubicate a ridosso del centro storico dove, una volta individuati i veicoli d’interesse, prevalentemente HONDA SH, riusciva ad asportarli senza incontrare grosse difficoltà; il tutto accadeva in orario diurno e in luoghi esposti a pubblico passaggio.
Di particolare gravità risultavano essere due furti avvenuti nel piazzale antistante la Questura, per la cui sottrazione il malfattore utilizzava una metodologia differente; trattandosi di motoveicoli di ultima generazione, pertanto dotati di sistema di accensione comandato da centralina elettronica, non bypassabile con il classico sistema di collegamento dei fili, il reo forzava il bloccasterzo, per poi trasportarli a mano in un luogo più defilato in attesa di essere successivamente caricati su un furgone, a bordo del quale lo attendeva un’ulteriore complice.
Quest’ultimo, un cittadino italiano di 36 anni, S.L., è stato successivamente individuato dagli investigatori e denunciato in stato di libertà per furto aggravato in concorso.
L’attività d’indagine ha consentito inoltre di raccogliere a carico dei due soggetti indizi di colpevolezza precisi e concordanti, che hanno consentito la contestazione del reato di furto, aggravato dall’utilizzo della violenza sulle cose e dall’esposizione alla pubblica fede dei veicoli.