Studenti del corso “Qualità dell’aria e dinamica degli inquinanti” della laurea Magistrale in Ingegneria Ambientale di Unimore mapperanno il particolato atmosferico a Modena e nello specifico una sua parte altamente cancerogena e climalterante denominata “Black Carbon” (carbonio nero). L’OMS ha aggiornato le proprie Linee Guida sulla qualità dell’aria, includendo anche il Black Carbon – BC tra i composti su cui porre attenzione ed in vista di un probabile aggiornamento analogo delle direttive della Commissione Europea, Unimore studierà i primi dati sul BC raccolti a Modena.
L’attività, che rientra nel progetto “BlackAir: Black Carbon, inquinamento dell’aria e salute a Modena” finanziato da Unimore e dalla Fondazione di Modena, consisterà nel mappare questo inquinante a piedi nell’area urbana di Modena, per valutarne la variabilità lungo due percorsi rappresentativi delle condizioni di qualità dell’aria in città.
Gli studenti/e saranno 11 che si divideranno in 2 gruppi e progetteranno la campagna di misura: decideranno 2 percorsi da fare di 4/5km, quanto spesso ripeterli al giorno e per quanti giorni ripeterli, successivamente elaboreranno i dati per raccogliere andamenti e valuteranno i dati alla luce delle variabili meteo e/o degli altri inquinanti presso le centraline ARPAE. I dati delle ricerche condotte dagli studenti saranno presentati a dicembre.
“L’attività è innanzitutto didattica e ha tra gli obiettivi quello del coinvolgimento attivo degli studenti sui temi del corso, per consolidare la didattica in aula” – afferma il prof. Alessandro Bigi di Unimore – oltre a promuovere il lavoro di gruppo, che è diventato ancora più importante dopo il lungo periodo di isolamento e la didattica a distanza. Il tutto massimizzando il rigore scientifico delle misure per poterle utilizzare anche per ricerca”.
Le misure che saranno condotte dagli studenti Unimore seguono un anno di misure presso le due centraline ARPAE per il monitoraggio dell’aria di Modena e due campagne estive per la mappatura di Black Carbon condotte ad Atene e a Barcellona. Obiettivo principale del progetto BlackAir è valutare i livelli nonché la variabilità di questo inquinante nella zona urbana di Modena e i suoi possibili effetti sanitari, oltre a quelli dovuti ad altri inquinanti atmosferici, che è il tema di cui si stanno occupando la prof.ssa Annalisa Bargellini e il dott. Tommaso Filippini del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze di Unimore, che è partner del progetto.
“A settembre, dopo 15 anni, l’OMS ha aggiornato le proprie Linee guida sulla qualità dell’aria, includendo anche il Black Carbon tra i composti su cui porre attenzione – spiega il dr. Tommaso Filippini di Unimore. – Queste linee guida sono il principale riferimento per la Commissione Europea, che ha iniziato un lungo percorso di revisione della Direttiva Europea sulla Qualità dell’aria e che probabilmente in futuro includerà anche questo composto.”.
“Il progetto è particolarmente attuale perché permette di valutare le relazioni esistenti tra l’inquinamento atmosferico, la sanità pubblica e l’impatto climatico – osservano il la prof.ssa Annalisa Bargellini, il prof. Alessandro Bigi ed il dott. Tommaso Filippini di Unimore – e di affrontare a livello locale temi di rilevanza globale al centro delle discussioni alla conferenza COP26”.