L’edizione 2021 del Bologna Jazz Festival si apre con una serata da jazz club: giovedì 28 ottobre i principali live club cittadini (Cantina Bentivoglio, Bravo Caffè, Camera Jazz & Music Club) suoneranno in contemporanea, ospitando i primi concerti del festival.
Alla Cantina Bentivoglio (ore 22) è attesa Ada Montellanico, una delle voci più note del jazz italiano. Per il suo progetto “We Tuba”, la cantante ha coinvolto una figura di spicco della musica creativa europea come Michel Godard (tuba, serpentone) oltre a una ritmica di notevole esperienza con Simone Graziano al pianoforte, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Bologna Città della Musica UNESCO, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione MAST, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, Coop Alleanza 3.0, TPER, Città Metropolitana di Bologna, Peugeot, del main partner Gruppo Hera e con il sostegno del Ministero della Cultura.
Partita da un’impostazione canora di ferrea matrice jazzistica, Ada Montellanico si è mantenuta saldamente attaccata a questa sua formazione anche quando è passata dall’interpretazione del repertorio degli standard (The Encounter, 1993, con il trio di Jimmy Cobb) a personali rivisitazioni della canzone italiana, iniziate con L’altro Tenco (1996; questa volta con la presenza notevole di Enrico Rava). La Montellanico ha proseguito sulla strada dell’incrocio tra jazz e canzone pop con Ma l’amore no (1997) sino al più recente Danza di una ninfa (2005), al fianco di Enrico Pieranunzi e ancora a braccetto con le canzoni di Tenco. Laddove, rispetto alla canzone di Broadway, le pop songs italiane si dimostrano più refrattarie ai ritmi jazz, la Montellanico ha saputo lavorare sugli spazi piuttosto che sulle scansioni definite e swinganti, amplificando l’importanza di interpretare i testi e non solo di intonarli.
Il suo nuovo progetto “We Tuba” (pubblicato su disco quest’anno dalla Incipit) esibisce un organico originale che enfatizza l’intreccio delle linee strumentali e porta alla ribalta il rapporto tra voce e strumenti a fiato (sul disco oltre a Michel Godard compare anche Paolo Fresu).
Michel Godard è un musicista che si identifica nei suoi strumenti e nel modo alquanto personale di suonarli. Ha trasformato la tuba in un ottone solista, facendola emergere dallo sfondo delle linee di basso. Si è poi progressivamente allontanato da questo suo primo strumento, preferendogli già dalla fine degli anni Settanta il serpentone. Godard è uno dei pochissimi suonatori di questo strumento antico e desueto (è il basso della famiglia dei cornetti), di certo l’unico a usarlo, anche questa volta, come una voce solista. Per permettersi simili originalità si deve possedere un enorme bagaglio tecnico e una mente libera da pregiudizi. Ecco, questo è Godard, col suo repertorio che spazia dalla musica del Cinquecento a quella improvvisata.
Nato vicino a Belfort (Francia), vanta una significativa carriera in ambito classico: ha suonato con l’Orchestre Philharmonique de Radio France, l’Orchestre National de France, gli ensemble Musique Vivante, La Fenice di Parigi, XVIII-21 Musique des Lumières. In ambito cameristico ha fatto parte del quintetto di ottoni Concert Arban.
Dalla fine degli anni Ottanta la sua attività si rivolge però sempre più alla musica d’avanguardia e all’improvvisazione, con numerosi contatti ravvicinati con il mondo del jazz. Vanta una collaborazione discograficamente prolifica con Rabih Abou-Khalil e tra i suoi partner musicali si trovano anche Michel Portal, Louis Sclavis, Henri Texier, Michael Riessler, Kenny Wheeler, Ray Anderson, Sylvie Courvoisier, Misha Mengelberg, Willem Breuker, Steve Swallow, Ernst Reijseger…
Numerosi i contatti di Godard con la scena musicale italiana: lo si è ascoltato assieme a Enrico Rava, Maria Pia De Vito, Luciano Biondini, Gabriele Mirabassi, Gianluigi Trovesi, Cristina Zavalloni, Tiziano Tononi, Gavino Murgia, Lucilla Galeazzi… In Italia ha anche realizzato alcuni dei suoi più notevoli progetti discografici, grazie al sostegno dell’etichetta CAM Jazz.
Informazioni e prenotazioni Cantina Bentivoglio: via Mascarella 4/b, Bologna. tel.: 051 265416 – www.cantinabentivoglio.it Si consiglia la prenotazione. Rivolgersi direttamente al locale.
Informazioni: Associazione Bologna in Musica tel.: 334 7560434 – e-mail: info@bolognajazzfestival.com – www.bolognajazzfestival.com