Il Ministero dell’Interno ha finanziato per 574mila euro uno dei progetti elaborati dal Comune di Modena per contrastare situazioni di povertà estrema attraverso politiche di inclusione. Si tratta di “Modena città sicura e inclusiva”, progetto finalizzato a realizzare, in via sperimentale per due anni, una comunità di transito in grado di accogliere, per brevi periodi, fino a 14 persone senza fissa dimora presenti in città e in condizione di estrema povertà.
“La città di Modena, come molti capoluoghi di provincia – afferma l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli – si trova da tempo ad affrontare fenomeni crescenti di marginalità e disagio legati al contesto socioeconomico degli ultimi anni e alla difficoltà per molte persone a mantenere legami di sostegno con reti formali e informali. Una situazione accentuata dalla pandemia che, d’altra parte, ha fatto precipitare in povertà anche fasce di persone prima vulnerabili. La povertà è quindi multidimensionale e come amministrazione – continua Pinelli – dobbiamo, di conseguenza, attivare azioni di welfare per sostenere un numero crescente di famiglie in difficoltà aiutandole sul fronte economico, abitativo e educativo, ma anche contrastare situazioni di povertà estrema, che il più delle volte sono il risultato di emarginazione, disagio, solitudine e possono arrivare a destare insicurezza e allarme sociale. Questo nuovo progetto si colloca quindi nell’ambito della pianificazione di politiche integrate di contrasto alla povertà”.
L’amministrazione intende realizzare il progetto attraverso un percorso di coprogettazione con soggetti del Terzo settore che abbiano competenze, know-out, conoscenza del territorio e della rete dei servizi. Il gestore sarà dunque selezionato tra quelli che parteciperanno all’avviso di manifestazione di interesse a collaborare con il Comune. Alla manifestazione di interesse, come stabilito dalle linee guida approvate dalla Giunta, possono partecipare enti del Terzo settore con comprovata competenza ed esperienza nel settore socioassistenziale e educativo, maturata almeno nell’ultimo triennio, con particolare riferimento all’area di fragilità adulta e senza fissa dimora.
La Comunità di transito potrà accogliere 14 persone adulte in difficoltà che vivono in strada ed essere utilizzata per inserimenti brevi a favore di persone che mal tollerano altri tipi di collocamento in relazione a situazioni di salute particolari o di grave degrado, anche sulla base di segnalazioni dei cittadini.
“L’accoglienza nella comunità di transito – precisa l’assessora – può rappresentare una tappa all’interno di un progetto di vita individuale oppure l’esito di un percorso; in tutti casi comporta la risposta di bisogni prioritari legati alla sussistenza e la necessità di uno spazio per ridefinire un progetto di vita. Per il Settore Politiche sociali, il progetto rientra nell’ambito della riprogrammazione del sistema dei servizi, differenziando sulla base delle problematiche delle persone che vivono in strada, anche alla luce dell’analisi dei dati relativi all’accoglienza invernale e a quelli raccolti dall’Unità di strada professionale. L’obiettivo è avere una varietà di servizi in grado di rispondere in modo adeguato alle specificità delle diverse categorie di senza fissa dimora, valorizzando anche gli interventi di riduzione del danno come strumento per contenere comportamenti socialmente inaccettabili”.
DOPPIO OBIETTIVO: INCLUSIONE E SICUREZZA
È on line sul sito del Comune di Modena (www.comune.modena.it) l’Avviso di manifestazione di interesse a collaborare nella co-progettazione di una comunità di transito per persone in condizioni di povertà estrema; il bando è rivolto ai soggetti del Terzo settore e la comunità dovrà offrire accoglienza temporanea a 14 persone senza fissa dimora presenti in città. Il progetto, finalizzato a contrastare situazioni di povertà estrema, a prescindere dal periodo invernale, ha ottenuto un finanziamento dell’importo di 574mila euro dal Ministero dell’Interno.
In città il fenomeno delle persone senza fissa dimora si è aggravato, soprattutto nel periodo invernale, fino ad arrivare a oltre 300 persone contattate complessivamente nel corso dello scorso inverno, di cui oltre la metà sconosciute ai servizi istituzionali. Ricomponendo le informazioni in possesso dei diversi servizi che hanno collaborato ai progetti di Accoglienza invernale, emerge una situazione eterogenea e in rapida trasformazione, caratterizzata da forte mobilità territoriale e condizionata da fattori complessi. In particolare, influiscono, oltre alle dinamiche occupazionali, l’andamento dei flussi migratori e le ricadute sul territorio delle persone dimesse dai sistemi di accoglienza Cas e Sprar. Tra queste, un’alta percentuale con problemi comportamentali riferibili a dipendenza da sostanze o alcool, psicopatologia e devianza. Rispetto al titolo di soggiorno, il 64% degli accessi aè risultato regolare, mentre il 36% privo di permesso (i soggiornanti di lungo periodo costituiscono circa il 20% degli accessi). Dai report di attività dell’Unità di strada professionale, inoltre, risulta che le persone presenti stabilmente in strada nei periodi in cui non è attivo il progetto di accoglienza invernale sono poco meno di una cinquantina.
Il progetto “Modena città sicura e inclusiva” intende attivare servizi a sostegno proprio di questa tipologia di persone con lunghi percorsi di permanenza in strada; generalmente si tratta di persone con più di 30 anni, con legami famigliari recisi o completamente inesistenti, a volte con percorsi falliti di inserimenti in contesti comunitari riabilitativi e con problematiche connesse all’abuso di alcool o sostanze. Con i servizi hanno una relazione molto altalenante, mal tollerando le regole; hanno bisogno di essere affiancati con servizi di prossimità che li aiutino a preservare la salute evitando peggioramenti e a contenere comportamenti eccessivamente devianti.
Oltre che di conoscenza ed emersione del fenomeno, la comunità di transito che si intende realizzare in via sperimentale per due anni, avrà dunque un duplice obiettivo: da una parte tutelare questi senza fissa dimora con periodi di sollievo e la promozione di comportamenti di salvaguardia della salute, dall’altra intercettare elementi che possano innescare episodi di conflitti e violenza per prevenirli e ridurre le zone di degrado in cui sono presenti bivacchi.
I servizi attivati dal progetto dovranno inoltre prevedere una stretta integrazione con l’Ausl e in particolare col Dipartimento Salute mentale e dipendenze patologiche e col Punto unico di accesso ai servizi sociali Puass e inserirsi all’interno della rete esistente per completarne l’offerta.
La dichiarazione dell’interesse a partecipare all’avviso pubblico da parte dei soggetti del Terzo settore dovrà essere inviata, insieme alla proposta progettuale, entro le 13 del 15 novembre tramite posta elettronica certificata (casellaistituzionale046@cert.comune.modena.it); per eventuali informazioni si può scrivere a servizi.diretti.indiretti@comune.modena.it.
Dopo la selezione del partner, si passerà alla fase di coprogettazione condivisa con il settore Politiche sociali, che prevede la possibilità di apportare variazioni e integrazioni al progetto presentato e, infine, alla stipula della convenzione.