Cittadinanza attiva, partecipazione, democrazia, beni comuni. Sono questi alcuni dei temi che il ciclo di incontri “La democrazia secondo noi” organizzato dal Comune di Reggio intende affrontare. A supporto del percorso avviato in città per definire i futuri organismi di partecipazione territoriale, il Comune promuove infatti una serie di conferenze per arricchire il dibattito e il confronto pubblico sulle modalità di rappresentanza territoriale.

“Questo ciclo di lezioni ci aiuterà a inquadrare il nostro percorso verso le Consulte di Quartiere nel più ampio contesto degli strumenti di democrazia, partecipazione e collaborazione grazie ad alcuni dei migliori studiosi italiani della materia – ha detto oggi alla stampa l’assessore alla Partecipazione Lanfranco De Franco illustrando il ciclo di incontri – Partiamo con cinque serate, ma immaginiamo un percorso lungo di laboratorio su questi temi che continuerà nel 2022. Grazie al coordinamento di Massimiliano Panarari e a relatori di primo piano costruiremo un percorso ragionato sui vari aspetti della partecipazione, anche per diffondere queste competenze tra i cittadini e gli stakeholders interessati ad approfondire. Questa iniziativa segna anche un ulteriore momento di collaborazione con il soggetto gestore dei Chiostri di San Pietro, che stanno diventando sempre più luogo centrale per l’elaborazione dell’innovazione sociale in città e non solo”. Alla presentazione alla stampa sono intervenuti anche Massimiliano Panarari, curatore dei ciclo di incontri e docente all’Università Mercatorum, Nicoletta Levi, dirigente Politiche di partecipazione del Comune di Reggio Emilia, e Antonietta Serri in rappresentanza del soggetto gestore del progetto Chiostri di San Pietro-Laboratorio aperto.

A partire dal 20 ottobre e fino a metà dicembre, il Laboratorio aperto dei Chiostri di San Pietro ospiterà un calendario di appuntamenti in cui esperti e accademici proporranno riflessioni sui temi della democrazia nelle sue molteplici declinazioni. Da tempo la nostra città, attraverso il progetto “Qua-quartiere bene comune” sta sperimentando forme di co-governance urbana centrate sulla co-progettazione e co-gestione di progetti realizzati sulla base del partenariato pubblico-privato-comunità. A partire da queste esperienze si vuole ora dare forma continuativa e strutturata alle forme di confronto e co-programmazione, in modo che amministrazione e comunità possano condividere insieme obiettivi di innovazione e trasformazione urbana nel segno della giustizia sociale, territoriale, ambientale e digitale. Obiettivo è individuare nuove forme di dialogo con i quartieri e le comunità, riavvicinandoli al governo della città e cercando di “sopperire” l’abolizione delle Circoscrizioni voluta dal governo nel 2010. E per farlo serve appunto approfondire la materia e valutare alcune analoghe esperienze già portate avanti in altri contesti, in modo da individuare le migliori forme da applicare alla realtà locale.  Cosa che avverrà appunto negli incontri in programma ai Chiostri di San Pietro per il ciclo “la democrazia secondo noi” moderati e curati da Massimiliano Panarari, docente dell’Università Mercatorum.

A riguardo, sono inoltre in corso in queste settimane assemblee pubbliche di quartiere per promuovere una riflessione più attenta e consapevole su nuove forme di partecipazione civica e democratica da parte dei cittadini. Il tutto per preparare al meglio il terreno per il lavoro politico e deliberativo che spetterà alla Commissione consigliare e quindi al Consiglio Comunale cui compete il voto sul nuovo regolamento che definirà gli strumenti e le modalità di partecipazione cittadini.

Una prima bozza delle possibili forme di rappresentanza è disponibile on line per essere analizzata e integrata (è pubblicata all’indirizzo www.comune.re.it/consulte).

 

GLI INCONTRI – Il primo incontro si terrà mercoledì 20 ottobre sul tema “La cittadinanza attiva e la partecipazione dei cittadini in forma associata” con il sociologo Giovanni Moro, già fondatore e presidente di Fondaca, la Fondazione per la cittadinanza attiva).  Si parlerà di processi della cittadinanza attiva e delle dinamiche che caratterizzano le reti associative organizzate in materia di partecipazione alle politiche urbane, a partire dalle più recenti esperienze di protagonismo civico. A seguire, il 26 ottobre il dibattito si focalizzerà su “Genius loci: i territori e la democrazia”. Paolo Venturi e Flaviano Zandonai illustreranno alcuni casi di innovazione sociale sperimentati sulla scala e “a dimensione” di città media e di quartiere, trattando di spazio pubblico che si fa anche, letteralmente, sfera pubblica. Il 19 novembre, l’incontro “Il diritto, i beni comuni e la partecipazione” tratterà del caso reggiano dagli usi civici urbani, agli accordi di cittadinanza sino alle forme sperimentali di partenariato pubblico-privato e delle nuove dinamiche collaborative tra abitanti, istituzioni pubbliche e attori privati. Anche Reggio Emilia, che possiede storicamente una solida tradizione partecipativa, sperimenta da qualche tempo un paradigma originale di co-città. Christian Iaione e Nicoletta Levi descriveranno e spiegheranno i nuovi strumenti normativi e amministrativi di collaborazione e decentramento ancorati ai territori che si stanno introducendo a Reggio per consolidare il modello partecipativo. Le parole della democrazia, in programma il 7 dicembre, analizzerà i termini che usiamo per connotare la democrazia e il suo svolgersi nel tempo cambiano. E la qualità della democrazia dipende anche dalle parole con cui la si nomina, e da quelle che i politici e i media fanno circolare all’interno della sfera pubblica. Un linguaggio ricco e articolato è alla base di una discussione politica altrettanto ricca e significativa. Quali sono oggi le parole della democrazia? Con Giovanni Allegretti e Paolo Graziano si analizzeranno alcune categorie, a partire da quelle di democrazia partecipativa, deliberativa e rappresentativa, per chiarirne il significato e l’uso attuale. Concluderà il ciclo di incontri Le virtù civili, in programma il 16 Dicembre. Thomas Casadei discuterà la tradizione culturale  del repubblicanesimo con Ilda Curti. Un filone di pensiero che individua nelle virtù civili un elemento prezioso per il governo delle comunità e delle nazioni, e di cui una certa politologia americana, in vari studi, ha evidenziato una presenza nel corso della storia dell’Emilia-Romagna, dal tardo Ottocento in avanti. I relatori daranno una risposta alla domanda se le virtù civili rappresentino ancora un modello di riferimento in un contesto in cui, proprio per la prevalenza dell’individualismo (e l’incremento sempre più marcato dell’astensionismo in occasione delle elezioni), le istanze partecipative si rivelano ancora più necessarie.