“La norma di legge che consente l’accesso ai luoghi della cultura solo alle persone munite di Green pass ha l’obiettivo di tutelare la salute pubblica, di garantire le condizioni per tornare a vivere le biblioteche, i musei, le mostre in piena sicurezza e di tornare ad ampliare i servizi dopo un periodo di restrizioni molto pesanti”. Così l’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi ha risposto all’interrogazione su Green pass e fruizione dei servizi bibliotecari presentata da Antonio Baldini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia).
Facendo riferimento al fatto che il decreto legge 105 del 2021 “vieta l’accesso ai luoghi di cultura a chi non è fornito di Green pass ma non la fruizione dei relativi servizi pubblici” e osservando che “il prestito sarebbe possibile con consegna dei libri a domicilio o all’aperto”, il consigliere ha chiesto quali sono gli indirizzi dell’Amministrazione per garantire il rispetto delle misure governative e quali modalità abbia adottato per il prestito.
Le disposizioni del decreto legge in vigore da agosto, ha risposto Bortolamasi, “sono di una chiarezza che non lascia spazio a dubbi di sorta. Il Green pass fa sì che le biblioteche possano tornare a essere luoghi di relazione, dove si può di nuovo, dopo mesi e mesi, fermarsi a leggere, prenotare un computer e navigare in internet o guardare un film. Abbiamo verificato che da quando c’è il Green pass gli utenti in biblioteca, in particolare quelle decentrate, non sono diminuiti, ed è anche grazie a queste nuove possibilità di accesso in sicurezza, che abbiamo potuto aprire il nuovo servizio e spazio per il gioco alla biblioteca Crocetta, inaugurato sabato scorso”.
Consentire l’accesso alle biblioteche col Green pass, ha proseguito l’assessore, significa anche uscire dal periodo emergenziale in cui abbiamo dovuto svolgere il servizio solo con prenotazione dei libri, con ritiro obbligato in fasce orarie rigide e su appuntamento per evitare la vicinanza tra le persone. “Nel periodo dell’emergenza questa modalità di erogazione del servizio aveva sostituito quella ordinaria, che oggi non è più rinunciabile, e alla quale speriamo di non dover mai più rinunciare. Tornare alla consegna dei libri su prenotazione, peraltro con postazioni fuori dalla biblioteca o con consegna a domicilio, significherebbe aprire una nuova filiera di gestione che si aggiungerebbe a quella ordinaria richiedendo personale aggiuntivo e ulteriori risorse finanziarie. Ma soprattutto, toglierebbe molto alla biblioteca che non è solo un posto dove si custodiscono libri, ma soprattutto un luogo di incontro e di relazione”.
Nel periodo dell’emergenza, ha aggiunto ancora Bortolamasi, il Comune ha potenziato l’attività della biblioteca digitale, un servizio che raggiunge tutti e che è stato molto apprezzato, registrando un grande seguito. “Questo è il servizio che intendiamo mantenere e potenziare per rispondere all’esigenza di chi per mille motivi (non solo per chi non ha green pass) non ha la possibilità di recarsi in biblioteca. Crediamo che continuare a lavorare per ampliare gli spazi delle relazioni dal vivo e utilizzare le opportunità che ci apre il mondo digitale siano la risposta corretta per applicare i principi costituzionali dell’accesso alla cultura per tutti, senza alcuna distinzione”.
IL DIBATTITO IN CONSIGLIO
Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza dell’interrogazione del consigliere Baldini sull’obbligo di esibire il Green pass per l’accesso ai servizi bibliotecari, ha aperto il dibattito Giovanni Bertoldi (Lega Modena). Il consigliere ha detto che il fatto che il decreto preveda l’uso del Green pass per l’accesso, “non significa che i cittadini che non ce l’hanno possano essere esclusi da servizi per i quali pagano le tasse. Le famiglie ricche possono andare in libreria, ma gli altri? È questo il concetto di uguaglianza a cui la giunta fa sempre riferimento?”. Bertoldi ha proseguito affermando che, anche ammettendo che il Green pass, “che è privo di giustificazione sanitaria, abbia un senso, deve comunque essere previsto un servizio alternativo per il prestito come quello attivato durante il lockdown”. Secondo Luigia Santoro, il Green pass “non dà garanzie di non contagiosità, quindi non è chiaro perché si può prendere un caffè all’aperto ma non si può spostare all’aperto il prestito dei libri. E questa è solo una delle incongruenze del Green pass che, evidentemente, serve per obbligare la gente a vaccinarsi”.
Secondo Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia), il Green pass, “che all’inizio era giustificato, ha subito una velocissima mutazione genetica con un ampliamento costituzionalmente illegittimo e oggi non è più uno strumento per tutelare la salute ma un modo per incentivare la vaccinazione. È diventato uno strumento che limita la libertà di movimento delle persone, tranne che per la movida, perché in questo caso si può fare qualunque cosa”.
Concentrandosi sul lavoro delle biblioteche, Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha ricordato che “hanno reagito al meglio di fronte al Covid, inventandosi modalità alternative per continuare a offrire un servizio e per non perdere il contatto con gli utenti, ma è stato un surrogato. Il servizio bibliotecario, che non è solo il prestito, non si può fare se non di persona, la biblioteca è un habitat di relazione, con i libri e con le persone”.
Per il Pd, Ilaria Franchini, ricordando “le discussioni fatte per mesi sulla necessità di riaprire in sicurezza i luoghi della cultura”, ha definito il dibattito “surreale: ora, infatti, possiamo riaprire. Grazie al vaccino e al Green pass. Mentre qui si sta facendo il processo a un obbligo di legge che ha il solo obiettivo di tutelare tutti. Il Comune sta agendo in modo da garantire che la legge sia rispettata e che i luoghi della cultura restino aperti”. Antonio Carpentieri ha aggiunto che la legge sul Green pass, “votata a grandissima maggioranza dai partiti, non lascia spazio a interpretazioni: possiamo non capire o non essere d’accordo con quello che prevede ma la dobbiamo rispettare. Se qualcuno ritiene che non rispetti la Costituzione, sollevi l’eccezione di incostituzionalità”.
In replica, il consigliere Baldini ha sostenuto che “le leggi possono essere interpretate da chi deve applicarle, dando loro il valore più vicino alla tutela dei diritti costituzionali. Non chiediamo di non applicare la legge, ma di farlo secondo il buon senso. Se altri Comuni, come Mirandola, hanno trovato il modo di gestire il prestito per tutti, non vedo perché non possa farlo la Delfini. L’unico motivo è nella linea filogovernativa dell’Amministrazione. Ma, una volta, la sinistra il principio di uguaglianza lo difendeva”.
L’assessore Bortolamasi ha chiuso il dibattito sottolineando lo sforzo che i dipendenti delle biblioteche “hanno fatto e continuano a fare per garantire il servizio, anche subendo episodi incresciosi. La risposta che hanno dato è stata molto articolata perché il servizio bibliotecario è composto di molti altri elementi, come attività con bambini, studenti, persone con disabilità, oltre al semplice prestito. E, proprio perché i fruitori sono così tanti, che è improprio il paragone con realtà più piccole di quella modenese. La risposta che finalmente possiamo dare – ha ribadito – va verso l’allargamento dei servizi e degli spazi a disposizione, e questo è possibile grazie all’utilizzo del Green pass che ha allargato la fruizione dei servizi, non l’ha ridotta”.