Rafforzare gli organici e potenziare l’ente con risorse finalizzate alla formazione del personale e, di conseguenza, alle attività di prevenzione.
Lo chiede la Cisl Emilia Centrale commentando i risultati dei recenti controlli nei locali della “movida” modenese effettuati dall’Ispettorato territoriale del Lavoro.
«Il dato su irregolarità e sanzioni, sia pure consolidato numericamente, apre delle riflessioni che non possono prescindere dal contesto attuale – afferma Rosamaria Papaleo, componente della segreteria Cisl Emilia Centrale – L’Ispettorato territoriale del Lavoro di Modena ha sempre svolto una grande e ammirevole attività di prevenzione attraverso convegni, corsi, seminari ecc. Pertanto la conferma dell’esistenza di consistenti e diffuse sacche di lavoro nero in certi settori, per esempio nei pubblici esercizi e nei locali del divertimento, deve attribuirsi a tre fattori.
Primo: la pandemia ha ridotto le attività formative per la prevenzione dei fenomeni di irregolarità nel mondo del lavoro.
Secondo: il blocco del turn over ha depauperato gli organici sia nella componente ispettiva che amministrativa dell’Ispettorato, distraendo sempre più le attività dei primi a favore dei secondi che, nelle more, hanno visto aumentare sempre di più le loro attività.
Terzo: il ricorso al lavoro irregolare potrebbe essere frutto della pandemia, che ha particolarmente colpito questo settore ispezionato e lo ha spinto a percorre “scorciatoie” nella speranza di recuperare i ricavi, andati in fumo negli ultimi due anni e non sempre colmati dagli aiuti statali».
Per la sindacalista Cisl aumentare i controlli può fungere da deterrente da un lato, mentre dall’altro permette di sanzionare gli imprenditori che, non rispettando le regole, fanno concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori seri.
«A monte resta la necessità di una più radicata cultura della legalità, per la cui diffusione – aggiunge Papaleo – dovrebbero spendersi maggiormente anche le stesse associazioni di categoria.
Dal canto nostro siamo impegnati a tutelare i diritti dei lavoratori, le vere vittime del lavoro nero, e a rafforzare le forme contrattuali stabili affinché – conclude Rosamaria Papaleo, componente della segreteria Cisl Emilia Centrale – i lavoratori non siano ricattati da imprenditori poco seri, se non addirittura spregiudicati».