Valutare il proprio rischio cardiovascolare, prevenire l’infarto con uno stile di vita sano, affrontare un arresto cardiaco con semplici manovre di rianimazione. Sono i temi al centro dell’evento regionale “Tieni in forma il tuo cuore” che sabato 18 e domenica 19 settembre, dalle ore 10 alle ore 18, farà tappa a Bologna in Piazza Re Enzo.
A disposizione dei cittadini, una vera e propria clinica mobile e 6 gazebo dove i cardiologi dell’Azienda Usl di Bologna eseguiranno un check-up gratuito attraverso un test ematico capillare (puntura al dito), per la determinazione del colesterolo, rilevazione dei principali parametri vitali, come pressione arteriosa e indice di massa corporea (BMI), il calcolo del proprio livello di rischio cardiovascolare ed un counseling finale personalizzato da parte del cardiologo. Verrà inoltre eseguito lo screening della fibrillazione atriale asintomatica. Non c’è bisogna di alcuna prenotazione.
I soggetti più a rischio, infine, verranno invitati a contattare il proprio medico di medicina generale e, in caso di riscontro di patologia, verrà garantita una visita presso la cardiologia di riferimento del territorio.
Per tutto il week end saranno presenti anche gli operatori sanitari del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl di Bologna e i volontari dell’AIFIASS.ODV che daranno vita a momenti di educazione alla prevenzione cardiovascolare, diffondendo buone pratiche e opuscoli informativi sui corretti stili di vita (attività fisica, alimentazione sana, stop al fumo).
In contemporanea, istruttori di rianimazione cardiopolmonare, della American Heart Association, dimostreranno, attraverso brevi training, come far ripartire un cuore, con o senza il defibrillatore, proponendo l’iniziativa Una gara per la vita, che metterà a confronto l’operato dei cittadini rianimatori. Giudice imparziale un computer che valuterà la qualità dei massaggi cardiaci eseguiti sui manichini.
Ad inaugurare l’evento regionale, venerdì 17 settembre alle ore 15 in Cappella Farnese, il convegno “Prevenzione cardiovascolare: una sfida per molti attori” in cui cardiologi ospedalieri e territoriali faranno il punto su epidemiologia, fattori di rischio vecchi e nuovi e prevenzione non farmacologica, nonchè sulla gestione delle principali patologie cardiovascolari (infarto, scompenso cardiaco e fibrillazione atriale) e sulla riorganizzazione della cardiologia nell’era post-Covid.
Saranno presenti, tra gli altri, Raffaele Donini, Assessore Regionale alle politiche per la salute, Giuliano Barigazzi, Presidente della CTSSM e Assessore alla sanità e welfare del Comune di Bologna e i Direttori Generali: Paolo Bordon dell’Azienda di Bologna e Chiara Gibertoni dell’IRCCS-Policlinico di Sant’Orsola.
In Italia le malattie cardiovascolari sono ancora la prima causa di morte, nonostante i rilevanti progressi medici degli ultimi anni.
L’Emilia-Romagna è stata una delle prime regioni in Italia a dotarsi, a inizio anni 2000, di una rete per l’assistenza all’infarto, consentendo una drastica riduzione della mortalità cardiaca.
Negli ultimi 10 anni, infatti, nel territorio bolognese, si sono notevolmente ridotte le persone colpite da infarto, da oltre 1.000 a poco più di 600, ma molto resta da fare in termini di prevenzione. Ed è proprio con queste finalità che l’iniziativa regionale “Tieni in forma il tuo cuore” si muove nelle varie province della Regione.
La diffusione della conoscenza delle manovre rianimatorie cardiopolmonari elementari, inoltre, è riconosciuta, sempre di più, come un elemento essenziale per aumentare le possibilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. Manovre elementari, che possono salvare una vita e che chiunque, anche senza una preparazione sanitaria professionale, può eseguire. Ogni anno sono circa un migliaio, nel territorio provinciale bolognese, le persone colpite da arresto cardiaco. Un intervento tempestivo, con le prime manovre di rianimazione e l’impiego dei defibrillatori semiautomatici esterni, può rivelarsi decisivo: defibrillare entro 3-5 minuti dall’inizio dell’arresto può consentire, infatti, la sopravvivenza del paziente nel 70% dei casi.