C’è una maxi trasmissione di dati informatici per un volume di 50 terabyte – l’equivalente di circa 50 milioni di libri cartacei, 10 milioni di canzoni in formato mp3 o 50mila film in formato digitale – al centro delle simulazioni che in questi giorni stanno riguardando i server del Data center di Modena, la struttura destinata a diventare il cosiddetto il “cuore tecnologico” della Smart city. Procedono anche attraverso questi test, infatti, le attività funzionali al raggiungimento dell’operatività a pieno regime del centro di via Canaletto: la struttura, inaugurata alla fine di dicembre (foto), ha l’obiettivo di consolidare e rendere più efficiente l’Ict a livello locale, andando a sostituire progressivamente i Ced di enti pubblici e soggetti privati, migliorandone qualità e sicurezza, e diventando anche il punto di riferimento per la ricerca sia nel campo della sicurezza informatica, sia per ciò che riguarda l’automotive.
Il nuovo passo del percorso che riguarda l’hub cittadino dell’innovazione, affidato in gestione a Lepida in base alla convenzione di nove anni sottoscritta da Comune e Regione nell’ambito della rete regionale dei Data center (Modena è il quarto, insieme a Parma, Ferrara e Ravenna), si concentra dunque sulle capacità dei dispositivi tecnologici presenti all’interno. Tra le varie attività in programma nei prossimi mesi, infatti, è previsto anche lo spostamento di dati e informazioni di realtà pubbliche e private negli armadi-server in cui sono installate le strumentazioni informatiche di ultima generazione. Uno dei 24 vani è dedicato al Comune di Modena, impegnato nelle azioni finalizzate alla “migrazione”: l’armadio ospita un impianto capace di esprimere, attraverso su 16 processori da 20 “core” ciascuno, distribuiti su otto nodi, una potenza di calcolo che permetterà di raddoppiare le attuali prestazioni offerte dai server comunali.
Come è stato illustrato ai consiglieri comunali, che hanno visitato la struttura lunedì 1 marzo assieme al sindaco Gian Carlo Muzzarelli e all’assessora allo Smart city Ludovica Ferrari, le sale server sono posizionate al primo piano del Data center, con una suddivisione logistica degli spazi e dei macchinari per gli enti pubblici (come appunto il Comune di Modena) e per i soggetti privati; Lepida, attraverso una manifestazione pubblica di interesse, selezionerà gli operatori interessati a una collocazione e, con la collaborazione di Fondazione Democenter, raccoglierà anche le esigenze del sistema produttivo locale.
Al piano terra, invece, troveranno posto le attività di ricerca e formazione, che rappresentano uno degli asset principali del centro. In particolare, al Data center è prevista la realizzazione la sede della Cyber security academy, un progetto che vede impegnati il Comune e Unimore con l’obiettivo di istituire un centro internazionale di eccellenza specializzato sulla formazione dei professionisti che si occupano di sicurezza informatica. Inoltre, in questa struttura potranno essere sviluppate le attività di Masa (Modena automotive smart area), il programma volto a rafforzare la ricerca e la sperimentazione sui veicoli innovativi a guida autonoma e connessa, con particolare attenzione alla sicurezza e nella prospettiva di un sistema di mobilità sostenibile da progettare per l’era post Covid; il protocollo d’intesa coinvolge anche i Ministeri di Infrastrutture e trasporti e Innovazione tecnologica e digitalizzazione, Unimore, la Fondazione Democenter e l’Autodromo di Modena. A questo progetto sarà direttamente collegato l’hub per lo sviluppo dei big data e dell’intelligenza artificiale, collocato sempre al piano terra dell’edificio.
Il Data center è stato realizzato nell’ambito del “Progetto Periferie. Ri-generazione e innovazione” dell’area nord della città e ha visto un investimento complessivo di oltre cinque milioni di euro. L’edificio è organizzato su due piani fuori terra per circa 1.600 metri quadri complessivi e, nel contesto di una progettazione che tiene conto del posizionamento di strumentazioni all’avanguardia, può contare pure su due connessioni in fibra ottica ad alte performance che garantiscono la piena ridondanza dell’infrastruttura di rete, cioè la possibilità di duplicare determinate funzionalità così da consentire la continuità del servizio anche in caso di malfunzionamenti.
Infine, a breve distanza dalla struttura sorgeranno anche la nuova sede del Centro per l’impiego e la “Casa delle idee digitali”, un centro sinergico al Data center per lo sviluppo dei temi della cybersecurity, della smart city e dell’automotive. Inserendosi nella rete dell’innovazione regionale e nazionale, questa struttura permetterà di coniugare ulteriori competenze scientifiche e di ricerca dell’Università e di altri centri attivi sul territorio con le esigenze di sviluppo del tessuto imprenditoriale, modenese e non solo.