“In questa situazione di crisi mondiale, i mercati finanziari ci danno indicazioni chiare. I giovani che vogliono avere soddisfazioni e un reddito interessante devono assolutamente studiare, meglio se materie scientifiche. La cultura è l’unico modo per migliorare il proprio tenore di vita. Le imprese che hanno successo invece devono avere progetti ed esprimere idee chiare su quello che vogliono fare nei prossimi 10 anni”.
È questo il messaggio che il sassolese Luca Ruini, consulente finanziario ed ex trader a Wall Street, ha voluto lanciare durante il suo intervento al convegno distrettuale del Centro Studi e Archivio Storico “Gian Piero Gardini” del Lions Club. L’evento, che si è tenuto on line nei giorni scorsi e che ha visto la partecipazione di diverse personalità tra cui l’economista Marco Carrara e il professore Vittorio Gallese, docente nell’Unità di Neuroscienze dell’Università di Parma, ha affrontato il tema dell’ “Essere Lion in una società in evoluzione” sviluppato dai diversi punti di vista dei relatori.
Secondo Ruini, che in quanto esperto di finanza ha fatto riferimento ai mercati, proprio l’evoluzione è la chiave per leggere il momento che l’Italia in generale e il nostro distretto economico in particolare sta attraversando. “Ci troviamo in una fase molto critica – ha spiegato – una fase che chiaramente è trascinata dalla pandemia, ma che ha radici precedenti. Sono 40 anni che l’Italia non cresce, lo dicono i numeri. Dal 1951 al 1973, in 12 anni, l’Italia ha quasi triplicando la ricchezza di ogni cittadino. Dal ‘73 ai giorni nostri, e cioè nei successivi 38 anni, l’Italia ha perso il 32% della ricchezza guadagnata, rispetto all’Europa. Come ben si vede, la crisi non arriva solo dal discorso del Covid ma ben prima. Le cause possono essere tante dagli aspetti finanziari (come la sotto capitalizzazione delle società) alla burocrazia (come l’eccessivo numero di norme in materia tributaria). Mi voglio soffermare però sulla causa più importante: la questione del capitale umano”.
“Serve uno stravolgimento del modo di fare azienda – ha continuato Ruini – uno di questi è rivolgersi ai giovani: sono loro che portano l’innovazione e nuovi approcci. Come imprenditori ci dobbiamo interrogare: che progetto abbiamo? Siamo capaci di attirare talenti? Anche nel nostro territorio abbiamo esempi chiari. Il distretto carpigiano, leader nella moda sta soffrendo il fatto di non essersi riuscito a trasformare nel distretto del lusso, come hanno invece fatto certi gruppi francesi o svizzeri, che essendo multibrand, multisettoriali e multicanali nella distribuzione, hanno ad oggi attenuato notevolmente i numeri negativi del 2020. Ma ci sono anche tante eccellenze: mi riferisco alla Maserati che con il suo progetto sta attirando un incredibile numero di talenti. Penso a diverse aziende del distretto ceramico che hanno saputo investire e innovare: coloro che hanno ad esempio siti produttivi in giro per il mondo sono riusciti a far fronte ai blocchi nei trasferimenti delle persone e al lockdown avvantaggiandosi della posizione geografica. Producendo il loco hanno fatto numeri interessanti e superato anche l’attuale problema dei trasporti via nave che oggi hanno quadruplicato i prezzi”.
“Siamo passati da una società dei servizi a una società della conoscenza, significa applicare tecnologia, scienza, innovazione in tutto ciò che è azienda ed economia – ha concluso – In questi campi c’è lavoro. Le aziende che hanno capito questo si avvantaggeranno tantissimo appena ci sarà l’apertura totale. È ciò che insegna anche il mio mestiere: per fare business bisogna scegliere società che investono con una visione chiara a 5/10 anni in ricerca e sviluppo”.