Bologna città metropolitana negli ultimi anni si è confermata ai vertici, fra le grandi province italiane, nelle classifiche su tasso di occupazione totale e tasso di occupazione femminile.
Ma è ancora tanta la strada da percorrere per raggiungere la piena parità fra uomini e donne e l’epidemia COVID 19 sta fortemente segnando anche il nostro territorio, con particolare gravità per l’occupazione femminile, sia dal punto di vista quantitativo sia da quello della qualità.
Proprio con l’obiettivo di stimolare un dialogo e un confronto costruttivo per promuovere una cultura del lavoro rispettosa di tutti i lavoratori, e in particolare delle lavoratrici, è nato il ciclo di laboratori “Agorà: pari opportunità, lavoro e territorio” avviato nelle scorse settimane in collaborazione con Interporto per le aziende del comparto della logistica presenti nell’hub di Funo, proseguito con un incontro dedicato alle imprese della Zona Roveri di Bologna e ad altre aziende del territorio metropolitano impegnate nel rispetto e nella promozione delle pari opportunità nei luoghi di lavoro.
Il progetto Agorà della Città metropolitana è realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la Rete di imprese CapoD e la società di consulenza C.O. Gruppo.
I laboratori intendono promuovere un nuovo modello fondato sulla collaborazione tra istituzioni e aziende, in cui la Città metropolitana partecipi con il ruolo di soggetto regolatore e promotore, per stimolare la diffusione di know-how tra aziende e comunità metropolitana. Si vuole così favorire una strategia di responsabilità sociale di territorio, con riferimento alle politiche e agli interventi di welfare aziendale e alle politiche di pari opportunità di genere, promuovendo un’alleanza e un’azione di collaborazione e co-progettazione pubblico-privato.
Agli incontri online hanno partecipato realtà del territorio metropolitano quali Admenta, Camst Group, Due Torri, Fercam, Yoox Net-A-Porter, Pelliconi, Intesa Sanpaolo, Unipol, Unisalute, Lamborghini, Ducati, Ducati Energia e alcune associazioni di rappresentanza quali CNA Bologna e Filctem Cigl.
Le attività sono state realizzate con metodologie innovative che hanno permesso lo svolgimento di un laboratorio online e a distanza, ciascuno collegato dalla propria postazione di lavoro, attraverso l’utilizzo di post-it virtuali su lavagne online condivise.
Nel corso dei laboratori i partecipanti hanno avuto modo di confrontarsi scambiandosi opinioni e punti di vista in merito a una serie di pratiche, illustrate dalle aziende della Rete CapoD, in materia di maternità e genitorialità, strumenti per abbattere gli stereotipi di genere nel processo di selezione del personale, sportelli di ascolto psicologico per i dipendenti, smart working, azioni di parità di genere nel trattamento salariale, interventi di formazione sia in ottica di mainstreaming e potenziamento delle capacità di leadership al femminile, sia in ottica di potenziamento delle competenze digitali del personale dipendente e abbattimento del digital-gap generazionale.
“Mai come oggi – ha sottolineato il sindaco metropolitano Virginio Merola – la parità di genere nei luoghi di lavoro e il sostegno all’occupazione femminile sono l’asset strategico per il rilancio del Paese, la precondizione per la ripartenza dopo questa pandemia che sta duramente colpendo il nostro tessuto produttivo e non solo. La risposta alla crisi e alla pandemia è la cultura. La cultura del lavoro e dei diritti, che fa parte della nostra storia e delle nostre radici, e da cui dobbiamo ripartire tutti insieme, collaborando per il benessere individuale, che non può però mai prescindere dal benessere collettivo”.
La rete CapoD “Comunità di Aziende per le Pari Opportunità”, guidata da Simona Robotti, Director People & Culture di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna, nasce nel 2019 con l’obiettivo generale di creare un sistema unitario fra le imprese, per la formazione e l’accrescimento culturale delle lavoratrici e dei lavoratori e per la divulgazione delle possibilità di crescita nella carriera dei soggetti tradizionalmente penalizzati, soprattutto in determinati settori industriali, favorendo la collaborazione con le istituzioni pubbliche del territorio, nella condivisione degli indirizzi strategici orientati allo sviluppo sostenibile e alle pari opportunità.
Le imprese fondatrici di CapoD: Aeroporto Marconi di Bologna, Automobili Lamborghini, Bonfiglioli, Caab, Crif, Emil Banca, Ima, Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna e Tper.