Si sono svolti ieri per Arbos e per Goldoni, due incontri accomunati dalla stessa direzione Aziendale che, assistita da Confindustria Modena, ha incontrato la RSU e le OO.SS.. Entrambi gli incontri avevano all’ordine del giorno il futuro delle imprese.

“Relativamente ad Arbos, la Fiom – spiega una nota del sindacato – accoglie favorevolmente la notizia e la conferma che si sono determinate le condizioni per recuperare il pagamento della retribuzione di novembre ai lavoratori e per pagare regolarmente le spettanze relative a dicembre ed alla tredicesima. Sul futuro dell’impresa, per la quale è stata presentata istanza di fallimento nei giorni scorsi, sono aperti diversi scenari.

L’impresa dichiara di avere le condizioni per presentarsi al tribunale nell’udienza prevista per il 16 dicembre, senza insolvenze che possono determinarne il fallimento. Arbos non ha escluso la possibilità di continuità di impresa, ma non ha chiarito che questo sia il reale obiettivo che persegue. Tale atteggiamento conferma lo stile e la modalità fin qui utilizzata da Arbos che pare essere comunque sempre restia a rendere qualche certezza alle lavoratrici e ai lavoratori”.

“Per quanto riguarda la complessa vertenza Goldoni, a sostegno della quale i lavoratori e le lavoratrici continuano il presidio da oltre tre mesi davanti all’impresa, e che allo stato è nelle mani del Tribunale di Modena – prosegue Fiom Cgil – sono terminati i tempi definiti dal tribunale stesso per la presentazione delle offerte vincolanti di acquisto il giorno 9 dicembre. La Direzione ha comunicato che allo stato risulta un interessamento da parte di un soggetto industriale. Non ci sono, ribadisce la proprietà, ancora valutazioni sulla modalità e i tempi della proposta.

La Fiom/Cgil non legge ancora nelle dichiarazioni fatte un impegno della proprietà cinese sufficiente a risolvere i problemi. La stessa ci appare ancora disimpegnata e lontana dal potenziale dramma occupazionale che il suo atteggiamento può determinare e continuerà a ricercare e a mettere in campo ogni forma di pressione per sostenere il futuro lavorativo dei 230 attuali occupati” conclude il sindacato.