Una rete di solidarietà e progettisti esperti che affiancheranno colleghi giovani e di talento sono coinvolti per progettare e realizzare a Reggio Emilia le Stanze degli abbracci, ovvero per aiutare a ricostituire fra persone anziane ospiti delle Case di Residenza assistita e delle Case di riposo della Asp Reggio Emilia Città delle persone (e poi per le strutture private che le richiederanno) ed i loro familiari i rapporti, i contatti diretti, anche fisici, che sono stati spezzati dalle chiusure e dalle regole di prevenzione e contenimento della pandemia.
Gli incontri si potranno svolgere in condizioni di sicurezza sanitaria, grazie a stanze apposite, progettate con i crismi di sicurezza anti-Covid e con caratteristiche di accoglienza, poste nelle pertinenze delle strutture, ma non nelle aree frequentate da tutti gli ospiti.
Il progetto è proposto dal Comune di Reggio Emilia, dall’Asp Reggio Emilia Città delle persone e dall’Ordine degli Architetti e Pianificatori di Reggio Emilia, che ha l’onere di individuare i giovani iscritti – due per ogni progetto, con l’affiancamento di un consigliere dell’Ordine quale tutor-collaboratore – che progetteranno le Stanze degli abbracci, con la collaborazione del Servizio tecnico di ASP ed il supporto degli esperti messi a disposizione dell’Azienda Usl.
Elementi principali delle Stanze degli abbracci sono soluzioni tecniche protettive quali una parete in plastica trasparente, elastica e sottile ma robusta, con ‘maniche’ che possono essere indossate dai visitatori per accarezzare, abbracciare, stringere la mano.
I visitatori potranno prenotare la loro visita, che avverrà in un ambiente sanificato e che garantisce una privacy adeguata, fra l’altro con il posizionamento di sedute distanziate.
Il progetto a Reggio Emilia sta muovendo i primi passi. Le prime realizzazioni saranno utilizzabili nell’arco di alcune settimane.
“Le persone anziane ospiti di Residenze socio-sanitarie assistite e delle Case di riposo, sono state fra le più duramente colpite, non solo sul piano epidemiologico, ma anche e in maniera totalizzante, dalle norme di isolamento imposte dal coronavirus – dice l’assessore al Welfare Daniele Marchi – Ciò ha comportato spesso disorientamento, brusca e dolorosa rottura di legami e soprattutto contatti fisici, mettendo a durissima prova equilibri psicologici, affetti e relazioni, ricordi, spiritualità, benessere mentale ed emotivo. E ripercussioni nei parenti e negli amici. Le Stanze degli abbracci sono una risposta attuabile alla ricostruzione, almeno parziale, di condizioni di vita sostenibili, per gli anziani, che sono un bene inestimabile e a cui siamo debitori della nostra vita e della nostra società, e per le persone a loro care. Questo è un progetto della città, a cui Reggio Emilia è chiamata a collaborare e contribuire, anche economicamente, per la realizzazione, a cui dobbiamo questi primi passi grazie ai giovani progettisti iscritti all’Ordine degli Architetti e alla attenzione della nostra Asp Città delle persone”.
“Le stanze degli abbracci consentiranno di recuperare il contatto fisico, che è mancato anche quando erano riprese le visite dei parenti, dovendo mantenere il distanziamento necessario, prima all’aperto e poi in locali chiusi dedicati, fino alla nuova chiusura disposta dal Dpcm del 13 ottobre – afferma il presidente di Asp, Raffaele Leoni – Sarà una soluzione importante per tutti, per il calore umano che restituirà, ma lo sarà in particolare per le persone con disturbi cognitivi o affetti da demenza che possono trarne quei benefici e quelle emozioni che spesso la semplice visita o la video chiamata non danno loro.
“Inoltre, attraverso i sistemi multimediali, le video conferenze e collegamenti da remoto tra l’interno e l’esterno delle strutture cercheremo di offrire ai parenti opportunità di vedere o rivedere i loro cari in momenti di vita quotidiana e agli ospiti anziani la possibilità di vivere in modo nuovo le attività di animazione o socializzazione, svolgendole anche a distanza, insieme ai nostri dipendenti e ai professionisti e volontari che ci sostenevano in queste azioni, per tornare ad arricchire le loro relazioni e gli stimoli, che sono parte integrante della nostra azione di cura. Il contributo anche economico della città a questo progetto potrà permettere una velocizzazione dei tempi e delle procedure”.
“L’Ordine degli Architetti – afferma il presidente Andrea Rinaldi – ha accettato con entusiasmo la proposta del Comune di Reggio Emilia, mettendo al servizio della comunità la professionalità dei propri iscritti. Occuparsi della comunità, con una particolare attenzione alle persone più fragili è parte integrante della dimensione sociale del mestiere di architetto. Infatti, mentre i medici si occupano della salute delle persone, gli architetti si occupano della qualità di vita degli spazi e dei luoghi dove le persone vivono. Con la pandemia abbiamo sviluppato una nuova sensibilità che presuppone nuovi modelli: spazi liberi e accessibili, inondati da luce naturale, attorno a luoghi aperti, intrinsecamente ricchi di bellezza. La bellezza sviluppa la conoscenza, crea senso di appartenenza e d’identità, rende riconoscibili i luoghi di vita. Abbiamo bisogno di nuove idee e progetti per un futuro che sarà diverso da quello che definivamo normalità, ma che in realtà era la crisi. Non ne usciamo uguali a prima: o ne usciamo migliori o ne usciamo peggiori. Tocca a noi deciderlo con i nostri comportamenti e le nostre scelte. Gli architetti, in questo, cercheranno di fare la loro parte”.
PER LE DONAZIONI – Le donazioni per la realizzazione delle Stanze degli abbracci si possono lasciare al Fondo di Mutuo soccorso comunale: bonifico bancario all’Iban: IT 83 U 02008 12834 000105890704 (BIC: UNCRITMM) con causale “Stanza degli abbracci”.